PISTOIA “CITTÀ DI TUTTI” O PURA ETICA DEL SARCOFAGO?

TUTTI INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIA

 

Samuele Bertinelli e Daniela Belliti
Samuele Bertinelli e Daniela Belliti

PISTOIA. Davanti ai fatti degli ultimi giorni – quel prolungamento delle indagini che riguardano la Vicesindaco Daniela Belliti, Di Zanni e altri, i sospetti, i sospesi, i dico-e-non-dico – si sono sprecate le ipotesi, anche su facebook oltreché sulla stampa locale.

In consiglio comunale, lunedì scorso qualcuno affermò che si stava parlando del nulla, perché nulla risultava nel merito, ma le chiacchiere non sempre stanno al merito.

Per esempio: dal momento che l’esposto è stato presentato in Procura da Ginevra Lombardi – che aveva goduto della fiducia del Sindaco al punto da essere stata cooptata in una Giunta “esclusiva” dopo aver portato avanti una convinta e impegnata campagna elettorale per Samuele Bertinelli, e che poi ha finito per essere estromessa dallo stesso esecutivo, senza appello, e anzi con uno strascico di polemiche astiose (lettere, spifferi…) – si è insinuato che potesse trattarsi di una “vendetta”, dell’effetto del rancore di chi sentendosi ingiustamente esautorato – in cauda venenum – abbia voluto riscattarsi.

D’altro canto però bisogna riconoscere che non appare improbabile che gli eventuali “misfatti” potessero essere stati individuati e catalogati durante i mesi di incarico.

Non è inverosimile che le carte fossero pronte e che Ginevra Lombardi, l’ex Assessore, si sia trovata nella spiacevole opportunità di conferirle in Procura dopo il suo defenestramento, non solo perché comunque le avrebbe presentate, ma anche perché a quel punto era necessario assicurarsi contro il rischio di coinvolgimento in ipotesi delittuose o quanto meno salvarsi dall’accusa di omissione di denuncia di reati di cui era venuta a conoscenza in ragione del suo incarico.

Infine non potrebbe essere che, verificatesi le fattispecie dedotte in argomento e fatte oggetto di raccolta documentale da parte dell’ex Assessore, qualcuno abbia ritenuto più opportuno allontanare Ginevra Lombardi dalla Giunta?

Durante il Consiglio Comunale di oggi pomeriggio, giovedì 27, il Sindaco risponderà a un’interpellanza del gruppo Pistoia Domani su quei 106 affidamenti diretti per 1.208.000 euro, quasi tutti senza ribassi, operati dal dirigente responsabile del servizio verde pubblico sport e ambiente, Arnoldo Billwiller, giustappunto quello con cui Ginevra Lombardi aveva incrociato la spada nei giorni precedenti al suo allontanamento.

Stay tuned, rimanete sintonizzati…

Paola Fortunati

 

DAL SILENZIO ERMETICO AL TROPPO RUMORE

 

Ginevra Lombardi alla conferenza stampa successiva alla sua defenestrazione il 28 maggio 2013
Ginevra Lombardi alla conferenza stampa successiva alla sua defenestrazione il 28 maggio 2013

È STUPEFACENTE come Pistoia reagisca alle notizie.

Disabituata da sempre ad averne, e ad averne a disposizione, la città si spacca immediatamente e una delle sue parti – quella strumentalmente asfittica, minoritaria e zoccolo duro dirigista, ma sorretta dalla fede delle fotine di Stalin, tenute sulla scrivania come santini dinanzi a cui pregare – inizia a tirare mazzate senza risparmio sul groppone di chi la pensa differente, e, in una disabitudine alla chiarezza e alla trasparenza ultrasettantennale, persegue, come gli inquisitori del Santo Uffizio, incessantemente il dogma del quieta non movère, che  tradotto in termini politically uncorrect suona “non disturbate il manovratore” perché, proprio in quanto tale, è… santo subito.

La collega Paola Fortunati ci parla di movimenti e commenti su facebook. Noi ci riferiamo a una Pistoia immobile che, appunto, in settant’anni, non è mai risuscita a fa arrivare sulla superficie dello stagno nemmeno un sughero di bottiglia di spumante: il che è tutto dire, perché, ovviamente, deve aver zavorrato quel tappo con il piombo, e non poco. Sempre in nome della democrazia, per carità…!

Disabituati ad avere chiarezza e a vedere chiarezza, i pistoiesi – estremamente felici di poter lavare sempre e comunque i panni in casa (ma quando il sudicio è troppo, alla fine scappa di fuori e trabocca dalle finestre…) – non vogliono scossoni e, come amava sottolineare spesso Antonio Nardi, amico e addetto stampa del Consiglio Comunale, il cui anniversario della morte ricorreva proprio il 21 novembre scorso, i pistoiesi, quando si sentono assediati e in pericolo, rispondono spostando l’attenzione su altro. Lo hanno sempre fatto e lo faranno ancora perché è più comodo e la normalità/silenzio è rassicurante.

Così si è scatenata la lotta per dietrologizzare la figura morale del perdente o presunto tale: la figura di Ginevra Lombardi; individuata e buttata fuori di Giunta a calci da Bertinelli, nel momento in cui lei stava aprendo le finestre del palazzo di Giano per farne uscire il tanfo di chiuso di settant’anni di silenzi stalinianamente ben custoditi.

E come potete vedere – almeno voi che bazzicate quella assurda melassa di pregiudizi, menzogne, chiacchiere e cazzate d’ogni tipo che si chiama facebook – non si è andati alla radice del problema, cioè a discutere del fatto in sé, ma ci si è focalizzati sull’accessorio: sulla cattiveria ritorsiva e spregiudicata dell’Assessore estromesso; sul «se lo ha fatto prima o dopo essere stata defenestrata»; sul «se lo avrebbe fatto se non la avessero defenestrata».

La famosa “Testa di cazzi”
La famosa “Testa di cazzi”

Si è creato, cioè, un bel polverone colpevologico per far perdere il cosiddetto orientamento del lettore, per farlo ubriacare di moralismo fideista e per farlo, infine, pensare con i parametri della famosa (non è uno scherzo: è un’opera d’arte; chiedetelo a Philippe Daverio) «testa di cazzi».

Da qui è più che evidente che, a Pistoia, il comunismo – in senso deteriore sotto ogni profilo – non è affatto finito, ma è vivo e vegeto: a forse fa stracomodo a tutti (chissà che non anche un po’ alle blande opposizioni…).

Nella anomalia e difformità che caratterizzano questo giornale, ci viene in mente, invece, di ripartire da un sano proverbio: «È meglio ammazzare uno che mettere un’usanza».

A Pistoia l’usanza è stata quella di non toccare mai il Comune. E oggi che invece pare che il vento sia cambiato, che anche il Comune, l’intoccabile e forse il protetto, possa “andar sotto i ferri”, ciò turba profondamente chi e come, da sempre, ha trovato in esso rifugio e sicurezza biologico-lavorativa e non solo.

Un altro esempio di depistaggio simile a questo, i pistoiesi lo hanno avuto e vissuto non molti giorni or sono quando l’Apr/Maic di Egidio Bardelli & C. ha prodotto (e La Nazione ha pubblicato) un breve commento al fatto che l’ex Presidente nazionale dell’Aias, Lo Trovato, ha avuto guai giudiziari in Sicilia.

La Nazione, 1° novembre 2014
La Nazione, 1° novembre 2014

Un trafiletto tanto pericoloso quanto quasi impercettibile: impercettibile perché era pressoché invisibile in pagina; pericoloso perché faceva diventare santa subito l’Apr-Maic, ma solo attraverso la comunistica demonizzazione, per contrapposto, di Lo Trovato.

A nessuno dei colleghi è venuto in mente – per le regole di buon giornalismo – di far capire a chiare note, ai “santi scandalizzati”, che a noi, a Pistoia e in Toscana, non ce ne importa una mazza se Lo Trovato sarà colpevole e finirà/non-finirà in galera: a noi interessa, al contrario, sapere perché l’Apr, che non è mai esistita (vedi qui e scarica Bardelli – Sentenza Roma), sia stata individuata come destinataria di circa 15 milioni di € delle nostre tasse toscane da parte del buono e santo Enrico Rossi & C. e della sua Asl 3, senza che quella associazione ne avesse la benché minima legittimazione sotto alcun profilo – e il tutto con il beneplacito delle istituzioni, Comune intoccabile in prima linea, con Berti capofila e Bertinelli e Giunta attuale al séguito!

Non sappiamo se siamo stati chiari: ma se così non fosse, scrivete al giornale e vi riepilogheremo i fatti, oppure scaricate questo documento e ripassatevi, pagina per pagina, tutta l’incredibile e triste storia di un iter burocratico impresentabile e inammissibile in un Paese davvero legalitario (scarica Bibliografia della vicenda Aias).

Ma intanto torniamo al tema Lombardi e riepiloghiamo alcuni fatti che riaffiorano alla mente visto che con Quarrata/news abbiamo seguito analiticamente tutta la storia.

Per i curiosi l’Assessore Lombardi chiese un’indagine su Billwiller il 21 maggio. Lo fece con lettera formale (ci sembra di rammentare con una mail) al Segretario Generale Pancari: e solo il 23 maggio ci fu la sua defenestrazione da parte di Bertinelli. Dunque il treno era già partito.

Detto questo, che può fregarne ai cittadini di Pistoia se è nato prima l’uovo o la gallina? Che rilevanza può avere, sulla verità o meno dei fatti – e quindi sulla giustizia –, sapere quando l’Assessore Lombardi ha mosso le sue pedine? Perdoneremmo la Lombardi e le faremmo i complimenti solo se avesse agito prima della defenestrazione e ci scaglieremmo, invece, contro di lei, accusandola di ritorsione, se lo avesse fatto dopo; o, in caso che il tutto risultasse vero, dovremmo, comunque, darle una medaglia al valor civile per aver rimesso a lucido il salotto?

Alla fine tutto torna. Ed è arrivato, forse, il tempo in cui Pistoia, sarcofago di polveri e bende mummificate, la smetta di ragionare con i parametri del silenzio. Perché alla fine le finestre vanno aperte e il sole va fatto entrare.

Perché il sole, alla fine, fa bene alla salute.

Edoardo Bianchini

Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a

«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!

Print Friendly, PDF & Email

One thought on “PISTOIA “CITTÀ DI TUTTI” O PURA ETICA DEL SARCOFAGO?

Lascia un commento