
PISTOIA. Seconda parte della chiacchierata/intervista con l’ex consigliere Fabrizio Geri, che riprende:
Non mi stupisco neanche più di tanto; basta rivedere la squallida telefonata pubblicata da Il Fatto, in cui i renzisti ammettono chiaramente che le loro candidature sono state fatte a tavolino due anni prima.
È così, lo ripeto da sempre con conferme sempre più chiare: loro vogliono solo dividersi la torta, a tutti i livelli, quindi anche a Pistoia, e finché troveranno tonni che credono alla loro finta democrazia e alle loro deleterie cazzate andranno avanti nelle lotte di potere per il potere fine a se stesso che blocca tutto. Non so se ci sono i tonni nella Brana e nell’Ombrone, ma finora hanno sempre abboccato…
– Visto che ci siamo, due battute sull’importante scadenza delle amministrative del 2017. Partiamo da un bilancio generale. Poi mi soffermerei su una scadenza forse ancora più importante: la presidenza della Fondazione Caript del 2016…

Torno sempre su alcuni punti: è indecente che Pistoia non abbia un sistema di raccolta degli oli di cucina. Ce l’hanno a Prato e in Valdinievole. Se il Sindaco si dichiara ambientalista, lo deve fare davvero, non raccogliendo le cartacce dai marciapiedi, ma sanzionando chi abbandona i rifiuti usando ogni mezzo. E soprattutto agire sulla leva fiscale delle tariffe per ridurre i rifiuti.
Con gli attuali cassonetti qualcuno fa la differenziata, ma tanti non la sanno fare e vanificano gli sforzi di chi è virtuoso. L’italiano va istruito non con i discorsi e con gli appelli, ma con sanzioni e rendendo tracciabili i conferimenti. Io proposi le isole ecologiche a scomparsa con la tessera magnetica…
– Però, a parte scegliere il nome di una via, cosa possono fare realisticamente i Comuni se di fatto le leve del potere appartengono alle grandi utilities dei servizi pubblici a rete come Publiacqua, che poi non rispondono né a controlli né a standard di efficienza, ma possono dilapidare i soldi che i comuni hanno invece bloccati – e spesso, visti i risultati, giustamente – dal patto di stabilità?

Tantissimo: l’innovazione! I piddini non sanno minimamente cosa significhi: quanti di loro hanno idea di cosa sia il BlaBlaCar (vedi)? Le città moderne devono diventare smart city, ma non perché le Bonafè e le Serracchiani ci si vadano a sciacquare la bocca in tv. Smart city vuol dire gestione del territorio, rifiuti, mobilità, adattamenti al cambiamento climatico ed energia rinnovabile: roba che qui non si vede.
Avremo anche il distretto forestale, ma l’unico piccolo impianto di teleriscaldamento che usa pellet, a Sammommè, economicamente non funziona perché il Comune ha totalmente sbagliato il progetto. Nessuno ha ancora pagato per questi errori. Perché coprire i responsabili?
Efficienza energetica e rinnovabili sono poi estranee a Pistoia, così come il trasporto intermodale e le navette ad alta mobilità, che pure esistono in altre città. Neanche si pensa lontanamente di ridurre le emissioni, per cui esisterebbero contributi e iniziative dell’Unione Europea, e le auto private imperversano, rendendo ridicole se non inutili le piste ciclabili.
Sui rifiuti te l’ho già detto, è una tragedia. Infine bisogna che nella macchina comunale anche i tecnici si prendano le loro responsabilità: alla rotonda di San Marco hanno fatto una ciclabile in una conca senza tombini e non c’è un responsabile. I funzionari vanno e vengono di continuo e l’ingegnere capo è sparita per mesi.
Non so se al Pignone o in Breda-Hitachi sarebbe possibile… Ecco, per dirla in una battuta, l’innovazione, con ottimi esempi sparsi qua e là, andrebbe favorita, o comunque non ostacolata come fa il comune di Pistoia.

– Federica Fratoni Assessore Regionale all’ambiente…
Premetto che non so se questa nomina sia fortemente voluta, oppure imposta e digerita a fatica con commenti scomodi in qualche sede. Osservo però quello che nessuno dice pubblicamente: cosa potrà fare in Regione affinché Pistoia non rimanga la Cenerentola, dalla sanità al turismo e all’ambiente, di diverso da quanto fatto in Provincia?
La Provincia di Prato, se vediamo i bilanci e i servizi, tutto sommato ha lavorato bene. La Provincia di Pistoia, dai Bim a come ha gestito la Comunità Montana e il trasporto pubblico, è da censurare. Una gestione fallimentare che oggi sembra non possa garantire nemmeno i banchi per le scuole. Addirittura ha perso in Tribunale contro il Copit e deve dare 400mila euro. E io dovrei fidarmi di questi amministratori e credere che in Regione diventino virtuosi? Ce lo siamo già detto: per me potevano mettere Cetto La Qualunque, Jonny Stecchino o Willy il Coyote.

Finché gli eletti in Consiglio Regionale andranno in montagna a parlare di montagna senza conoscere la montagna, finché nelle stanze dei bottoni prevarranno nuove piste aeroportuali, terze corsie, inceneritori e Tav fiorentino (ora lo ha detto anche Cantone che si tratta di un tangentificio per mafia, dove tutto è irregolare e non a norma se non per distruggere la falda e creare ulteriori problemi) mi sembra inutile ragionarne.
– Prima accennavi qualcosa in merito alle attività venatorie…
Sì, stavo in pensiero se questo neo assessore Marco Remaschi, che non conosco, né so quali competenze abbia sviluppato per amministrare un settore così delicato, non faceva il solito regalo ai cacciatori.
Il futile pretesto è contenere i danni degli ungulati: allora usiamo lo stesso metodo per i danni fatti dagli amministratori e vediamo quanti di quelli del Pd rimangono in piedi.
La verità è che con la caccia si vuole mantenere il giochino per i cacciatori e quindi i loro voti, senza risolvere il problema degli ungulati alla radice. Diversamente basterebbe fare come negli altri Paesi, dove la forestale si occupa della caccia di selezione, per ricomporre l’equilibrio ecologico tra specie diverse che i cacciatori hanno alterato, magari immettendo le carni così certificate in filiere locali.
[continua domani]
Vedi anche: Pistoia, politica & ambiente con Fabrizio Geri. 1/3
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