A Livorno scrivono sui muri «fedine penali sporche, coscienze pulite», mi dicono. Ma a Pistoia si conosce solo un modo di essere: vivere con gli occhi a terra e testa piegata in basso, a 90 gradi. Meglio non correre rischi…
Pòero Salvini! Come si fa a andar bene in Italia, paese in cui non pochi magistrati sono al soldo del Sistema Palamara; il giudice costituzionale Mattarella dice che un parlamento è illecito e poi se ne fa eleggere presidente della repubblica; san Francesco Mazzeo parte per andare in farmacia a comprare un anti-piretico e torna a casa con una valigia di tachi-pirina, suo “osso da ciuccio”…
TORNATO SONO ALLA MIA ANTICA FEDE
E CREDO CHE CI CREDA CHI CI CREDE
Tessera Anpi 2019. L’umanità al potere (attenzione al significato delle parole) è cosa ben diversa da L’umanità al governo, cari democratici accoglienti dei nostri stivaletti…
MENTRE SONO agli arresti domiciliari quasi da una pentecoste (49 giorni) – con sommo piacere di qualche imbecille, perché io sarei un pericolosissimo stalker (buon per me!) – guardo e osservo le persone perbene che scorrono dinanzi agli occhi nel mondo della politica e dell’amministrazione.
E, contrariamente a chi pensa politicamente corretto; a chi si professa accogliente; a chi abbraccia l’Anpi (e che dio – che non c’è – ce ne scampi…); a chi vuole la Carola e fa di tutto per restare a galla (ha imparato dal non-presidente Mattarella, nipote del Napolitano di Budapest?): mi pare di vedere una fila di quei “canini” che aspettano, dinanzi al cancello chiuso della villa, che la cagna in estro (magari una molossa alta 1,5 metri e con un testone come un toro) esca fuori.
Povere bestiole micro-biotiche: non sanno che loro – diceva il Corona di Crozza – come George Cluney “ce l’anno piccolo”. Ma soprattutto non sanno di avere le gambine corte e, lassù, al paradiso, che si trova sotto il buco del culo della molossa in calore, non ci arrivano e non ci arriveranno mai, mondo cane!
È una pena vedere quanta microcefalìa umanoide ci sia in giro da parte di chi fa politica o amministrazione. I 5 Stelle/Stalle iniziarono con quel simpaticone di Grillo a gridare vaffanculo e hanno finito (Grillo in testa) col mettersi in ginocchio a buco pillónzi e porgere le mele per farsi inculare, anche senza vaselina, da Renzi e da chiunque passi della sinistra e non solo. L’essenziale è ciucciare l’osso che qualche stronzo gli butta: si mettono lì, s’arrotano i denti sconnessi e zitti.
Sonia Pira
L’Italia è questa. È l’Italia del Sistema Palamara che Giletti invita e che non fa parlare perché, per sfumicare a braccio sulla 7, basta far vedere la faccia dell’uomo membro fedele del sistema: il sistema marcio di certa magistratura marcia, rossa e pronta a difendere tutti i pellerossa del mondo in nome dei diritti democratici – corrispondenti solo alle regole del bolscevismo catto-stalinista.
Scendo a Pistoia, dove, tutto il mondo essendo paese, leggo il comunicato ufficiale del Mazzeo non sostituto in Lega del capogruppo Gori, ma suo sostitutore: un Gori malpancista e pertanto estromesso e siberizzato dalla Lega dalla Pira: quella che, da quando mi conosce (e sono anni, ormai), non ha mai imparato che io mi chiamo non Eduardo – come ha scritto sempre lei, sbagliandomi, evidentemente con De Filippo –, ma molto più modestamente Edoardo, come sant’Edoardo il re d’Inghilterra detto, credo, il confessore (anch’io so confessare bene la gente, pur rompendo i coglioni ai più).
In una nota inviata da Roberto Rettore, reggitor locale della Lega, Francesco Mazzeo dice: «Ringrazio per la fiducia concessa il (al, forse?) mio gruppo consiliare Lega e i vertici di partito a livello locale e provinciale. Il mio impegno sarà massimo anche in questo nuovo incarico, che mi aggiungo (?) con onore e onere a svolgere, per il bene della città e dei cittadini di Pistoia, per una maggioranza sempre più solida e per non deludere e tradire mai la fiducia che mi ha dato il mio partito».
Ed èccoci agli ossi delle bistecche di Dario Cecchini. Qui, però non casca l’asino: inciampa appena il “canino” dinanzi al cancello della molossa in calore. Nessuno lo dirà mai, specie nella città in cui un fu-giornalista è ai domiciliari da quasi una pentecoste (49 giorni – ma qualcuno deve pur testimoniare la propria fede e onestà; o si fa come i neopartigiani dell’Anci che piazzano i figlioli in Comune e chi s’è visto s’è visto?).
A Livorno scrivono sui muri «fedine penali sporche, coscienze pulite», mi dicono. Ma a Pistoia si conosce solo un modo di essere: vivere con gli occhi a terra e testa piegata in basso, a 90 gradi. Meglio non correre rischi.
Come Vasco Rossi, invece, io volli fare – sbagliando – il giornalista; per avere una vita spericolata: e molti stronzi me l’hanno offerta a buon mercato e a larga mano su un piatto d’argento. Ne sono orgoglioso.
Ciò non toglie che – come insegnava un prete comunista della prima ora, don Renato Gargini, mèntore assolutamente tradìto da don Luigi Egidio Bardelli – ciò non toglie io segua, comunque, «la mia retta coscienza, vera o falsa che sia».
Gabriele Gori (Lega) è stato scasato in malo modo. Un esempio di democrazia leghista?
Si tratta di un concetto filosofico: per cui a chi non capisce perché post-68ino di s-formazione, consiglio un corso accelerato, ma non troppo, di filosofia morale. Non prima, però, di avere imparato a leggere e scrivere come grammatica e logica comandano; e non certe Azzoline o, peggio, certe sardine sott’olio. La comprensione delle parole messe in fila è un – come dicono quelli della scuola democratica – un prerequisito indispensabile per poter parlare con “cognizione di causa” e senza dire cazzate.
Torno al leghista san Francesco Mazzeo. Che – a quanto risulta, anche se tutti hanno la bocca cucita – era nel gruppo dei dissidenti della Lega: quelli che, per intendersi, simili ai Pazzi della congiura fiorentina, si erano rotti i corbelli del BPP o blocco piràceo pistoiese.
Una volta era di moda girare con tre o quattro tessere di partito in tasca. Oggi basta tenere i piedi su 5 o 6 staffe per volta(gabbana). Poi, da Mattarella in giù (e mi spiace per la Concita De Gregorio contro Zinga, giornalista con cui ho lavorato un paio di anni al Tirreno), fanno tutti a chi è più camaleConte. San Francesco Mazzeo, gli passa a portata di bocca un osso straciucciato di bistecca, e lo piglia al volo girando fedeltà all’ortodossia leghista em-pirica contro il leghismo dissidente da curare con piro-tecniche purghe.
Pòero Salvini! Come si fa a andar bene in Italia, paese in cui non pochi magistrati sono al soldo del Sistema Palamara; il giudice costituzionale Mattarella dice che un parlamento è illecito e poi se ne fa eleggere presidente della repubblica; san Francesco Mazzeo parte per andare in farmacia a comprare un anti-piretico e torna a casa con una valigia di tachi-pirina, suo osso da ciuccio…
Fatevi raccontare, giornalisti di Pistoia, la vera storia del Mazzeo che ruppe a tutti lo Zebedeo. Fatevi dire (lo sapete tutti, ma state però “muti pensando all’ultima ora dell’uom fatale” – non ET, ma AT) cosa stava succedendo sotto il culo della giunta Tomasi.
Fatelo parlare, san Mazzeo. E fategli assumere le sue responsabilità, ammettendo che era pronto a votare contro il bilancio e a far saltare la poltrona di Alessio Bartolomei, già sotto cura rinforzata a base di Imodium.
Dario Cecchini. Anche l’osso tira!
Fateglielo dire oggi che dichiara, sfacciatamente, la sua lealtà alla ortodossia affermando «mi aggiungo (ma sarà accingo, forse?) con onore e onere a svolgere, per il bene della città e dei cittadini di Pistoia, per una maggioranza sempre più solida». Levàtegli l’osso straciucciato di bocca e ricomincerà – è probabile – a rimettere i piedi su più staffe, come quel genio di Ciampolillo.
Magari fatemi, o leghisti ortodossi di Pistoia, un altro paio di querele da aggiungere a quelle della Sonia Pira, sùbito accolte da valorosi PM in nome della democratica repressione del diritto di critica previsto dai Padri Cosituenti; alcuni dei quali, sì, veri Anpi-giani, non come quelli che stanno lì, ispirati dal valor simbolico dell’iscrizione che gli permette di sistemare i figli in qualche ufficio pubblico col culo al caldo e a spese del popolo!
Tutti bravi e tutti santi, ma che schifo tutti quanti!
Un prete si spreta, un giornalista di s-giornalizza. Perché, se la verità viene inculata in questo modo, signori cari, è assai più dignitoso essere uno stalker ai domiciliari!
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One thought on “politica & ossi. E SE AL CANE AFFAMATO GLIELI BUTTI, SMETTE SUBITO DI ROMPERE, INIZIA A CIUCCIARE E CHIUSO”
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