
PISTOIA. Lo scorso weekend il verde Van der Bellen è uscito vincitore dal secondo turno delle elezioni presidenziali austriache per circa 30mila voti.
L’opinione pubblica e la stampa italiana si sono limitate a sottolineare solo un dato: l’auspicata e liberatoria sconfitta dello xenofobo ed euroscettico Hofer.
Chiediamo in maniera telegrafica all’ex consigliere dei Verdi Fabrizio Geri (segretario comunale in pectore della formazione ambientalista?) una lettura meno superficiale e per certi aspetti eterodossa dell’elezione di un ecologista ad una carica così prestigiosa.
La carta stampata nostrana ha voluto in buona parte contrapporre la deriva della ‘destra populista’ e dei muri alla civiltà europea della solidarietà e dell’accoglienza, per quanto generica ed indefinita.
In merito al Ttip, che riguarda la politica economica e in particolare anche l’agroalimentare e la zootecnia di cui ci siamo occupati – marginalmente – in solitudine, almeno a livello locale (vedi: Stop Ttip. La Coldiretti Firenze-Prato e le sue perplessità), l’ecologista Van der Bellen ha affermato il proprio no categorico, come il rivale ‘xenofobo’ Hofer. Ecco le battute di Geri.

Se i nostri mari sono pieni di rifiuti e inquinanti di ogni genere, da reflui fognari a scarti di raffinerie, continuo a notare l’ottimo stato di salute dei tonni.
In Italia abboccano sempre, non a caso già da troppi giorni si parla solo del referendum costituzionale di ottobre: ma come si fa, in una crisi economica così dura e così tutta italiana a pensare alla lana caprina?
La questione dei migranti è sì un dramma, irrisolvibile senza una cabina di regia europea, non si può pensare di cavarsela col buonismo accogliendo tutti i disgraziati senza sapere dove metterli, col rischio che come al solito diventino solo un affare per certe cooperative.

Voglio dire, è da oligofrenici (per il significato chiedere spiegazioni al Lattari) non vedere che in Austria ha vinto un modello economico che dice sì: alla trasformazione del patrimonio immobiliare in un’ottica di efficienza energetica; all’agricoltura biologica che elimina la dipendenza dalla chimica e rigenera il suolo; ad una moderna mobilità intermodale di persone e merci, navale e ferroviaria; al riciclo della materia come rilancio delle politiche industriali contro il disastro economico e sanitario di inceneritori e discariche; le energie rinnovabili a partire dal biogas e infine la grande opera di cui abbiamo bisogno: la manutenzione del territorio e del patrimonio artistico-culturale.
Questi sono i temi che mi appassionano, di cui vorrei dibattere e su cui vorrei focalizzata l’attenzione mediatica e che stanno dietro alle elezioni austriache.
Non a caso tante aziende che delocalizzano vanno non in Serbia o in Cina, ma proprio in Austria: non so quindi cosa si aspetti provare a risolvere il problema della pressione fiscale che opprime la parte produttiva del paese, prevaricata purtroppo dagli interessi di lobby, consociazioni affaristiche, presunte organizzazioni di categoria che difendono i garantiti e le mance elettorali ritmicamente elargite dal governo per comprarsi il voto all’elezione di turno.

Vedo infine tanti politicanti del Pd che sorridono con il logo delle energie rinnovabili, Anter, promosse in maniera benemerita dall’amico Paolo Bruni, e sorrido perché non so quanto siano effettivamente consapevoli del significato di quella campagna.
Come fa il Baldi a parlare di energie rinnovabili se un giorno sì e l’altro pure torna alla carica con trivelle, inceneritori, autostrade e aeroporti?
Il giovane Fanucci è omonimo di quello che ha votato l’aumento dell’iva sul pellet, importante energia rinnovabile per il territorio montano?
La Bini è quella che sostiene il governo ‘Sblocca Italia’, che attacca il fotovoltaico con lo spalma incentivi (e su questo l’Italia verrà condannata) bloccando con un quadro normativo anti-investitori lo sviluppo di eolico e fotovoltaico?
Chi fa politica parli con scelte e risultati concreti, lasciando annunci, supercazzole e slogan al bar sport.
[Lorenzo Cristofani]
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