processo politico 22. LA DITTATURA IN ITALIA NON C’ERA SOLO AL TEMPO DI GIOVANNINO GUARESCHI, DON CAMILLO E PEPPONE

Ecco cosa hanno scritto, stamattina, le due testate cartacee di Sarcofago City. Ve le offriamo senza tanti commenti. Leggete e fatevi – se ci riuscite – un’opinione di ciò che, come afferma Cesare, ciascuno di voi vuole credere. In fondo il problema del genere umano sono le opinioni preconfezionate: o peggio preconcette e frutto di pregiudizio per partito preso…



Nessun dorma. Tu pure, o principessa,
nella tua fredda stanza guardi le stelle
che tremano d’amore e di speranza…


 

E questo può capitare a tutti. Se una volta è accaduto, può accadere di nuovo, diceva Primo Levi

 

Dopo aver letto cosa scrivono La Nazione e Il Tirreno, con sommo gaudio di tutti perché chi parla e dice quello che pensa e che corrisponde rigorosamente alla verità, non deve farlo, dato che sta male ed è sconveniente; abbiate la cortesia di dare un’occhiata alle ricevute di ritorno delle Poste Italiane con cui sono stati inviati al giudice Luca Gaspari leggi, norme e documenti da cui nullu homo vivente pò scappare, a detta di San Francesco nel Cantico delle creature quando parla della morte.

Ecco la prova che tutti sapevano tutto e nonostante tutto hanno ignorato tutto

Quelle stesse cose sono state inviate anche al resto dell’esercito dei difensori della legge impegnati contro i disegni criminosi che si sviluppano a larga mano in questa plaga di silenzi e profondissima quiete in cui per poco il cor non si spaura.

Mi sembra di aver letto che gli apaches che hanno dato l’assalto alla carovana siano, perlopiù, politici. Se non lo sono direttamente, lo sono senz’altro in quanto, ragionando in termini aristotelici, l’uomo è comunque uno zòon politikòn, un animale politico: in questo caso di un certo schieramento politico tranne un paio, utili però a mostrare, probabilmente, che in procura non si fanno favoritismi. Dunque questo era e resta un vero e proprio processo politico.

Se ben ricordo la colpa di Adamo fu determinata dall’effetto della superbia con cui osò mettersi al pari di dio ignorandone l’ordine di non mangiare mele. Per un giudice davvero terzo e imparziale il rispetto del vero deve come l’ordine di dio. Le conseguenze traetele da soli se non credete – al pari della procura della repubblica – di poter essere al di sopra della verità e della realtà effettuale.

Non è il caso di aggiungere altro se non rammentare che in tutta la libertà di stampa e di opinione in cui stiamo sguazzando allegramente ex articolo 21 della Costituzione, c’è sempre, dietro l’uscio, un Giovannino Guareschi. A Sarcofago City forse più di uno, dato che arresti a raffica si sprecano in assoluta anarchica libertà al di là del vero, dell’umano e del tollerabile. Del resto, ogni popolo ha i suoi dittatori.

Buona riflessione. Specie ai giornalisti di Pistoia. Con il famoso detto latino hodie mihi, cras tibi che – tradotto per l’avvocata Elena Giunti che ignora il latino – ammonisce: oggi a me, domani a te.

Nessuno, infatti, può dirsi al sicuro con tanti campioni liberi nell’arengo rimàso…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


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