PISTOIA-AGLIANA. Nel periodo della seconda guerra mondiale, le popolazioni dell’Istria sono state costrette al rimpatrio coatto, pena la morte certa dei resistenti, inflitta dalle milizie titine: questi italiani, sono stati davvero dei “profughi di guerra”, che non ebbero la necessaria considerazione e assistenza che avrebbero meritato.
Loro non migravano per cercare una vita migliore, ma per avere la “vita salva”.
Questa premessa è importante per poter comprendere la differenza tra un migrante (“commerciale”, termine brutto, ma pari a quello di “struttura” svuotato di ogni significato emotivo e usato per le case di accoglienza dalle Coop rosse) e un profugo (pro-fugo) che, tipicamente lo dice la parola, fugge da un regime oppressivo (Eritrea) o dalla guerra civile più terribile (Siria).
La Prefettura di Pistoia ha già previsto di allocare profughi nel Comune di Agliana che saranno inviati nelle strutture organizzate in via Trieste (San Piero), via Venezia, via del Castello, via Otranto e P.zza Aldo Moro (San Nicolò) per ospitare circa cinquanta profughi (nominali9. Niente è previsto per la residenza di via Torino (loc. Spedalino), già operativa e a regime di ospiti.
Qualcuno ci ha fatto osservare che il numero indicato è sicuramente prudenziale come ha dimostrato l’esperienza del Sindaco di Besnate (Como). Là in Lombardia, a fronte dei 15 profughi previsti, ne sono stati allocati ben 32, cioè più del doppio, con una clamorosa violazione dei patti e dunque, impegnando il sindaco dem Giovanni Corbo in un clamoroso sciopero della fame, al fine di esprimere la forte protesta.
La distribuzione dei migranti è un poco asimmetrica: a fronte dei dodici ospiti nella struttura Bardi di San Piero, la zona sud del quartiere San Nicolò sarà destinataria di trenta migranti e altri otto, verranno destinati nella centrale via Venezia, in prossimità del palazzo comunale.
Qualcuno dei residenti di San Niccolò si dichiara sorpreso e si augura che almeno il numero venga rispettato, ma su l’argomento incombe l’ipoteca della chiusura all’accoglienza ulteriore, del neo sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che impegnerebbe la Prefettura a dirottare i migranti esuberanti in provincia.
[Alessandro Romiti]
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