Il ripristino della tradizione del giorno della fiera: il volo delle colombe, simbolo di pace. A tal proposito, sindaco, se ti dai da fare per il ripristino di usi e costumi, fallo anche per le tradizioni che da secoli hanno visto, e vogliono continuare a vedere, strade vicinali e strade interpoderali libere e aperte alla circolazione e al parcheggio pubblico. Abbàttili, i muri di Berlino: non farli alzare dal primo che càpita!

SE IL CARTELLO TI SPARISCE
CHI È QUEL PIRO CHE GIOISCE?
QUARRATA WHATSAPP. Domani, giorno del patrono, sarà presentata la bandiera di Quarrata alle ore 11, in piazza Risorgimento.
La cerimonia, sarà accompagnata dalla musica della Filarmonica Giuseppe Verdi di Quarrata; ai partecipanti sarà donata una miniatura della bandiera cittadina; il momento dell’alzabandiera sarà curato dal Gruppo Alpini di Quarrata. A conclusione della cerimonia, sarà recuperata una tradizione del giorno della fiera: il volo delle colombe, simbolo di pace.
Il programma di domani: https://bit.ly/32GJMCf
COSÌ È SCRITTO nella messaggeria ufficiale cittadina. Primo martedì di settembre e, quest’anno, coincidono Madonna della Cintola e fiera paesana. Solo che, a questo giro, la madre di dio ha voluto miracolare l’amministrazione Mazzanti e ha fatto sparire – dalla palina di Via di Lecceto, al bivio fra strada Comunale Carraia e Vicinale di Lecceto-Bindino (strada persa da geometri, ingegneri e capi della polizia municipale) – una parte importante dell’arredo urbano che c’era inchiavardato.
Corri, assessore Romiti, a rimettere tutto a posto e sùbito! E voi, lettori, divertitevi a trovare l’oggetto mancante. Ma se siete pìgheri (come diceva la mia nonna che lavava al lavatoio fatto sparire dal ragionier Perrozzi), guardate attentamente la foto numero 2 e capirete qual è l’oggetto mancante.

A questo punto sindaco, giunta, consiglio comunale – con l’aiuto della signora Razzino e dell’assessora alla Legalità/Fregalità, l’avv. Francesca Marini – sono, con questo stesso mio intervento, formalmente invitati a chiarire come sia stato possibile che, da quando ho iniziato la crociata contro gli infedeli dell’ufficio tecnico, il cartello del Comune sia inspiegabilmente scomparso dalla circolazione. Mistero o miracolo…?
Cosa quantomeno strana, straordinaria e stravagante. Perché quel cartello, messo lì dal Comune dal 1990, era stato inchiavardato come un Cristo in croce. Ora, se nemmeno Gesù si schiodò da solo, geometri e ingegneri comunali sanno spiegarmi come ha fatto un cartello a liberarsi da vincoli e catene e… darsela a gambe per i campi? Mi basta una risposta scritta con tanto di bollo e di firma.
Forse non sarebbe sbagliato aprire un’inchiesta, magari a cura del comandante Marco Bai, coadiuvato anche dai CC di Quarrata, per arrivare a capo della fesseria di qualche geniale testa-di-cazzo che crede di poter nascondere una realtà che ha mille e un supporto su Google. Del resto – deve essere ben chiaro – idioti si nasce e il processo di idiotificazione è come quello dell’ovosòdo: più sta lì e più si cementifica. Crede, qualche scienziato bulgaro, che levando il cartello spariscano i vincoli del Montalbano?
Ma la cosa non finisce lì. Sono rimasto incuriosito da altri due particolari fondamentali nell’annuncio della festa giunto via WhatsApp alle 13 e 01:
♥ la creazione della bandiera di Quarrata (bozzetto di Marcello Scuffi)
♥ il ripristino della tradizione del giorno della fiera: il volo delle colombe, simbolo di pace (a tal proposito, sindaco, se ti dai da fare per il ripristino di usi e costumi, fallo anche per le tradizioni che da secoli hanno visto e vogliono continuare a vedere strade vicinali e strade interpoderali libere e aperte alla circolazione e al parcheggio)
Qui, però, credo che siamo di fronte a due emerite cagate pazzesche, come il ragionier Ugo Fantozzi definisce la famosa Corazzata Potëmkin, film di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, 1925.

Marcello Scuffi non me ne vorrà. Lo sa che io sono provocatore e sa bene anche che lo stimo come pittore o non avrei scritto tanto di lui nei miei anni verdi quando s’andava insieme a Carrara, con Salvatore Magazzini; si cenava alle tre di notte a Viareggio, e poi, dato che lui dormiva come un ghiro, mi dava il suo fiammante Maggiolone nero e io guidavo riportando tutti a casa a Quarrata, sani e salvi, verso le 5 del mattino. Bei tempi!
Credo, però, che quando un’amministrazione si occupa della cittadinanza onoraria a Mussolini, del nome di una strada a Craxi e di una bandiera da far sventolare sulla facciata di un edificio pubblico – e ciò ancor prima di tutti i problemi che ci sono a Quarrata – siamo non solo alla frutta, ma alla fine della cena del giorno dopo e quando la Coop è chiusa e in frigo c’è solo una cipolla, un sedano e una zucca (magari vuota).
Se Mazzanti 2 la vendetta chiedeva a me il bozzetto per la bandiera di Quarrata, glielo avrei fatto gratis et amore dei: anzi. Gliel’ho fatto e glielo mando on line. È una bandiera con fondo giallo come quello di Legambiente, ma con appropriati motivi per una amministrazione comunale che, partita dagli anni 90 come compromesso storico, ha perso per strada la bussola, le strade, il rispetto dell’ambiente e della correttezza delle norme edilizie: e tutto quello che in questi giorni ho scritto e (mi spiace per Marco) che continuerò a scrivere almeno fino a Natale. Apprezzàtela, la bandiera di Quarrata, verace come una vongola. Ci sta che riusciate a capire qualcosa di più – magari anche con qualche lezione gratuita del volenteroso Daniele Manetti.
E ora «il volo delle colombe, simbolo di pace», tradizione – come leggo – del giorno della fiera.
Di fiere quarratine, onestamente, io ne ho viste almeno una 70ina. Ma giuro su quant’è vero iddio che non c’è, che è la prima volta che sento dire che quella delle colombe era una tradizione quarratina.
So solo – se il sindaco permette – che Vola, colomba bianca, vola era una canzone di Nilla Pizzi, Sanremo 1952. Ma so anche che l’unica colomba che volò a Quarrata (anni 1960-70) fu la colomba pasquale di un carissimo mio collega del Comune. Lo venni a sapere nel 1974, quando anch’io lavoravo al suo fianco.

Era Pasqua, ma fu una tragedia più di passione che di resurrezione. Perché sua moglie, facendo ordine in casa, prese un paio dei suoi pantaloni buttati su una sedia e, prima di sistemarli sulla gruccia, pensò bene di frugare in tasca. E in quella di destra, del portafoglio, trovò un’affettuosa lettera di una gentile signora un po’ troppo amica del marito.
Caro Marco Mazzanti, cari comunali di oggi… Tutti dottori, diplomati e master-izzati! Quel collega entrò in casa a fine mattinata e aveva in mano una Colomba Motta nella scatola. La pòrse alla moglie e lei, senza far parola (almeno sul momento), la fece volare direttamente nell’Ombrone.
Secondo me – e secondo la mia quarratinità – la storia delle colombe in volo è un’invenzione come molte altre cose (anche troppe) fatte apparire a comando come la Madonna di Medjugorje o credute vere dai geometri e dagli ingegneri dell’ufficio tecnico.
C’è poco da essere fieri di una fiera come Quarrata – anche se ora ha la bandiera!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Delitto di cronaca, critica, sàtira etc.
P.S. Anche domani ci sarà roba…
Finché vola la colomba,
può scoppiare qualche bomba:
ma se è troppo sacrificio,
solo fuochi d’artificio…
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