rischio contaminazione. CURATE IL ROMITINO: IL SUO SOVRACCARICO STATO EMOTIVO POTREBBE SERIAMENTE COMPROMETTERNE LA SALUTE

Ogni volta che tocca la tastiera, l’apri-porta quarratino scrive quelle frasine che una volta le maestre chiamavano pensierini. E i pensierini erano sempre molto positivi e capaci di fare palpitare il cuore dagli Appennini alle Ande


Non l’estasi di Santa Teresa, ma quella del sindaco che fibrilla…


CON MENO COMMOZIONI E IL GIUSTO IMPEGNO

SARESTI, O GABRIELLO, ASSAI PIÙ DEGNO…


 

La rosa dà il miele alle api. E speriano anche un sacco di spine a certi farisei che aspettano la discesa dello Spirito Santo…

 

Scrive il sindaco di diritto ma non di fatto (quello di fatto è ancora il Mazzanti e lo sappiamo bene tutti):

L’amministrazione comunale di Quarrata ha incontrato oggi monsignor Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia, per la prima volta in visita a Quarrata.

Una grandissima emozione per me e la mia Giunta e per tutti i gruppi consiliari, che hanno avuto un confronto con sua Eccellenza durante il consiglio comunale straordinario voluto dall’amministrazione per riservare a questo momento la giusta importanza.

Quarrata è il primo Comune che Monsignore visita dopo il Sinodo.

Al centro dell’incontro le tematiche del sociale e le necessità della città.

Grazie al Vescovo Tardelli per la sua preziosa presenza, farò tesoro delle riflessioni fatte insieme e porterò nel cuore le emozioni vissute.

Ogni volta che tocca la tastiera, l’apri-porta quarratino scrive quelle frasine che una volta le maestre chiamavano pensierini. E i pensierini erano sempre molto positivi e capaci di suggestionare e fare palpitare il cuore.

Il Romitino di Quarrata di emozioni ci vive. Se fosse nato prima di Lucio Battisti, oserei credere che Emozioni sia stata partorita dalla condizione psichica di Gabriellino.

Un personaggio latino famoso – Egnazio, lo spagnolo con sorriso a 120 denti – veniva preso per il culo dal poeta Catullo quando il culo si chiamava culo e le quarant’ore quarant’ore: e senza tante pugnette mentali così care ai catto-comunisti boldrinian-politicallycorrect. Ma oggi non c’è più religione nemmeno se il Vescovo Tardelli visita Quarrata come primo Comune dopo il sinodo.

Lasciatemi dubitare, intanto, che Gabriellino sappia il significato della parola sinodo. Dubito anche della lingua e dello stile del suo comunicato episcopale: non ci arriva, un destrutturato scolastico come lui (il curriculum esposto in campagna elettorale, era grinzoso come una prugna secca della California, le famose Sunsweet). Per uno come Gabriellino eccellenza e monsignore sanno tanto di epiteti pescati da altre farine di altri sacchi. Ma lasciamo perdere. Lui non è in grado di andare oltre l’emozione, con la su’ fascia e il su’ bottone.

Torniamo invece ai cosiddetti pensierini. Si emoziona della fiera del bestiame, il sindaco. Fa come il suo maestro Bersani con le sue vacche nel corridoio o sul tetto o i giaguari da smacchiare. Non c’era bisogno di riportare Quarrata al mercato delle vacche anni-dopoguerra, quando il toro da monta del Morettone, su via di Lucciano, veniva accompagnato al campo sportivo della chiesa con due uomini: uno davanti, che lo teneva per il naso con la famosa tenaglia adatta a non farlo partire se si inquietava; e l’altro dietro con un cappio di fune intorno a due coglioni grossi e pesi quanto due ballini di cemento.

Sanno assai, l’okkióne e l’apri-porta, di chi fosse Franco del Morettone con il suo treno-di-toro da monta! Loro sanno solo emozionarsi – per una panchina arcobaleno, un paio di scarpe rosse o (meglio assai) una bella tavola di pizze al Parco Verde e le colombe che vengono liberate come al Castello delle Meraviglie, da Donna Imma Polese, quando si celebra un matrimonio napoletano.

Ogni volta mi commuovo, ma ho la testa come un uovo (naturalmente sodo)

Con un Comune pieno di dipendenti falsari, inciuciati, legati a miliardi di fili di «prossimità sociali»; un Comune lasciato allo sbando dal decennio Sergio Gori e da quello Marco Mazzanti (e sono già 20 anni) grazie al «malcostume tutto gaudio» di gente, come Franco Fabbri, che regalava condoni e autorizzazioni a deturpare il Montalbano; di geometri che di mattina lavoravano in Comune e “tiravano il su’ stipendio fisso”, ma di pomeriggio lavoravano per la controparte mangia-territorio (i geometri che andavano per la maggiore), né più né meno di Claudio Curreli, magistrato alla pari (alla pari con l’invasione dell’Africa): con un Comune così, Gabriellino non s’è manco accorto che la fiera del bestiame la teneva in casa propria.

Sua Eccellenza – che, sono certo, non mi vuole affatto male – mi avrà già perdonato appena avrà letto le prime righe di questo rasoio.

Purtroppo è costretto, come tanti altri, a subire di tutto di più in quest’èra in cui gli uomini (che, secondo la legge mosaica dovevano essere lapidati se non colpiti con bombe a grappolo e all’uranio impoverito come accadde a Sodoma) si sposano in abito bianco quali vergini dai candidi manti di goliardica memoria. In un mondo così – dicevo – anche il Vescovo, venendo a Quarrata, è dovuto, come dire?, scendere al tempio.

La geometressa Gori apre la fila da sinistra. Al centro il Vescovo, con Anna e Caifa, sommi sacerdoti del tempio dei falsari. Ma il male dove sta? Forse in procura…?

Dove ha trovato una meravigliosa coppia di sacerdoti farisei falsoni e indecenti (stile Anna e Caifa), circondati da una specie di compagnia dell’anello (i consiglieri dei vari altri partiti) che fanno finta di controllare la pariglia di testa, ma in realtà non fanno una beata minchia.

Altrimenti Quarrata non sarebbe ridotta – sul prezioso Montalbano che non interessa a nessuno – come è ridotta: snaturata per tutti i favori che questa massa di pubblicani (ma impenitenti, non come quello della parabola di Cristo…) ha elargito – e chissà se gratis o no – a un bel sacchettino di raccomandatoni che, ahimè, finanziano le campagne elettorali e in cambio…

Orate, fratres! Anche branzini, platesse e sogliole – dice qualcuno. Ma riflettete pure. Se certa gente non avesse l’anima nera, si farebbe mai prendere a ceffonate come quelle che gli sto tirando ormai da quattro anni? Che ne dice la geometressa Irene, che ha un babbo geometro che sa perfettamente che le prove che io ho pubblicato mi danno completamente ragione nonostante la procura?

Eccellenza, canti un Te Deum, mi dia retta. Ha corso un bel rischio a scendere in questa Caivano di Pistoia, così ben tutelata da una procura a mio modesto parere indegna del suo dovere di garantire la giustizia tra la «gente comune»!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


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