
PISTOIA. Più o meno, circa cinquanta anni or sono, la Dc (oggi Pd) affisse in tutta Italia un manifesto che riproduceva una bella ragazza con sotto scritto: “la DC ha 20 anni”. Vi lasciamo immaginare i commenti, il più benevolo dei quali consigliava di portarsela a letto…
Oggi, luglio del 2014, l’Ufficio veline dell’Asl 3 ci dice che il San Jacopo (il “gommone”) compie un anno e che la ricorrenza va debitamente festeggiata. Guardatevi il comunicato (vedi).
Abbiamo compreso il perché del silenzio sul bimbo dimesso e portato al Mayer, dove nel referto di dimissioni vi sono apprezzamenti poco lusinghieri sull’operato del “gommone”, la “fastidiosa” ed arrogante risposta all’interrogazione del Consigliere Regionale Lazzeri sul caso dell’anziano che ha atteso 7 giorni per essere operato al femore, per finire ad un caso che andremo ad esporre, tralasciando i lavori urgenti che riguardano l’impianto elettrico, i soffitti, l’areazione che ha girato negli ambienti transitando per il reparto – così dicono – di malattie infettive, il ticket da pagare anche in presenza di certificazione che non prevede il pagamento, e via discorrendo.
Signori, si balla! Non sull’acquitrino sul quale è costruito il “gommone”, ma per la performance musicale – dentro l’Ospedale! – che il 19 luglio darà il via ai festeggiamenti dell’eco-mostro e, finale epico, “lunedì 21 luglio a partire dalle ore 19,30 è invece previsto, sempre all’interno dell’area ospedaliera del San Jacopo, un momento di festa principalmente rivolto a tutto il personale e alle associazioni di volontariato, ma aperto a quanti vorranno partecipare, nel corso della quale il direttore generale, Roberto Abati, consegnerà una targa, che sarà affissa a futura memoria all’ingresso del presidio, che simbolicamente intende rappresentare il ringraziamento personale alle innumerevoli persone che hanno reso possibile il realizzarsi di questo momento epocale nella storia di Pistoia”. Prosit!
Questo quotidiano on line, non dimenticatelo, fa anche satira e qualche vecchia ciabatta dovrebbe comprenderlo, ma qui da ridere c’è poco. In buona sostanza, in un luogo dove il rispetto principale dovrebbe essere per il paziente-malato-utente, si trasporta il principio che dinanzi alla paura, al dolore, alla preoccupazione, al disagio inteso in tutte le sue accezioni, si risponde con un concerto ed una targa “a futura memoria”. Chi meglio di un diacono potrebbe mai rappresentare questo stato d’animo? Ai posteri l’ardua sentenza. “Amici del Ceppo” ed associazioni varie, volete davvero associarvi a questa sconvenienza?
Nella serata iniziale dei festeggiamenti, il 19 luglio, nell’atrio del “gommone” verranno eseguite al pianoforte musiche “da signori” per la “plebe coscritta”. Fra i precettati potrebbe esserci anche il dott. Walter Mandolini, responsabile della R.S.A. del Villone Puccini (se non ci sbagliamo).
Vorremmo interessarlo ad un caso umano che riguarda la sua struttura, premettendo che chi scrive lo conosce dai tempi in cui era il Direttore di quel “gioiello” che era Villa Serena in San Marcello, un esempio di rispetto per la persona che è terminato quando, da Casa di Riposo gestita dal Comune, è passata, armi e bagagli, alle varie sigle sotto le quali si è camuffata la Sanità.
Bene, anzi male, Walter: nella sua struttura – il Villone Puccini – una paziente ha ricevuto una lettera nella quale le si intima di abbandonare il ricovero entro il 31 luglio prossimo, altrimenti, sarà coinvolta la forza pubblica. Insomma, la volete buttare fuori. Questa signora che ha abbondantemente superato gli ottanta anni e che può a stento camminare con l’ausilio dei deambulatori, all’improvviso è guarita! Il fatto è che la casa in affitto da €. 250 mensili l’ha lasciata perché degente senza possibilità di guarigione.
Adesso, secondo le ineffabili assistenti sociali (altro enorme guaio di questa Sanità), la signora è guarita e magari idonea, sempre secondo le stesse, anche a fare la maratona Pistoia-Abetone? Viene da pensare che la Società che gestisce i servizi, quella da 19 milioni di € l’anno per ciascuno dei quattro eco-mostri come il “gommone”, vuole fare cassa e non certamente garantire il giusto diritto alle cure: quello è compito del settore sanità, non loro.
In breve, Walter (che, forse avendo fatto carriera, vorrai il Lei – io, allora, voglio il Voi), durante le “suonate” del 19 luglio nell’atrio del “gommone”, forse, Le verrà in mente la famosa poesia sul Carnevale dello Stecchetti,

MEMENTO
Quando lettrice mia, quando vedrai
Impazzir per le strade il carnovale,
Oh non scordarti, non scordarti mai
Che ci son dei morenti all’ospedale!
Quando bella e gentil, tu salirai
Di liete danze alle sonanti sale,
Volgiti indietro e la miseria udrai,
La miseria che piange in sulle scale.
Si prenda a cuore il caso, dottore. E, per cortesia, non mi faccia rispondere dalla “velineria” ufficiale dell’Azienda Asl 3. Non solo non se ne può più, ma gli addetti-stampa non possono surrogarsi ai responsabili dei settori e ai dirigenti. Non dovrebbero rispondere i diretti interessati, Dirigenti Medici che prendono un sacco di soldi (nostri)? Che paura hanno? Che temono?
A proposito, sembra che anche dinanzi all’atrio del fu Ospedale Lorenzo Pacini, venga collocato un maxi schermo per seguire in diretta le celebrazioni del primo anno di nascita del “gommone”.
Forse, però, sono solo maldicenze… Ma con certa gente c’è da aspettarsi di tutto.
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