san[t]ità. DISCARICHE DI STELLE INTORNO AL SAN JACOPO

Lo vedete in San Jacopo, perla dell’ex Asl 3 e dell’ufficio comunicazioni & veline?

PISTOIA. Chi ha letto il nostro precedente articolo ambiente. un vero disastro ecologico secondo gli uomini di “pistoia in comune” sa già di cosa stiamo parlando.

Se a qualcuno fosse sfuggito il tema, potrà guardare queste diapositive e stupirsi quanto vuole.

A meno di 200 metri dal nostro meraviglioso ospedale (costi di gestione: 19 milioni di euro l’anno per 20 anni, cioè circa 1.520 miliardi delle vecchie lire e per avere un pronto soccorso che non funziona e una cronica carenza di letti nei vari reparti, checché ne dica l’ufficio comunicazioni & veline); a meno di 200 metri dal regno della modernità sanitaria con 13 sale operatorio inutili, in cui devi parcheggiare a forza pagando cifre esose o i vigili di Pistoia ti multano senza pietà; a meno di 200 metri dal mondo della cultura che offre spazi alle bande musicali e ai concerti in ospedale, anche se una prenotazione per un esame urgente può andare a 13 o 14 mesi dopo (!); a meno di 200 metri dall’ospedale della Capitale e culla della cultura 2017: c’è una serie di discariche che fanno semplicemente schifo.

Discariche che dovrebbero essere bonificate e da un pezzo: ma non ci sono i quattrini. Discariche che andrebbero ripulite, ma il Comune non si muove e non fa muovere Publiambiente (anzi: si trovano cancelli con su scritto «proprietà privata» anche se, forse, quelle terre sono del Comune stesso); discariche che siedono sopra le aree da cui Publiacqua attinge liquidi non meglio identificati da immettere nell’acquedotto dei pistoiesi.

Ce ne saranno metalli e sostanze nocive che colano fino nella falda che, quando piove e si alza, allaga anche le cantine del famoso San Jacopo-gommone?

Eppure, signori pistoiesi, l’ufficio informazioni & veline dell’Asl ci ha detto che tutto questo non è competenza dell’Asl stessa: perché l’Asl è un ente astratto e immateriale come lo Spirito San[t]o e si manifesta solo in forma di colomba (pasquale, di questi tempi; e innocua).

Così ci è stato detto: perché la regola è “arrosto che non ti tocca, lascia che bruci”. L’area doveva diventare un parco: dovrà contentarsi di rimanere un porco e grazie agli Dèi nell’alto dei cieli, quelli che dovrebbero recintare tutta l’area, transennarla e renderla inaccessibile a chiunque – e specie ai malati, fasce deboli e sventurate.

Succedeva così al vecchio Ceppo? Mancavano così tanti letti? C’erano così tante disfunzioni? C’era l’assedio del sudiciume cittadino?

E l’ufficio informazioni & veline doveva ogni giorno ripetere la solfa del «tutto va ben, madama la marchesa» prima che Enrico Rossi ci infognasse in un tunnel di questa portata e infamia umana e politica?

Continuate a votarli!

L’Asl – e con essa l’ufficio informazione & veline – deve rispondere che non è competente o il dipartimento prevenzione dovrebbe essere allertato dai comunicatori & veline e  avrebbe il dovere inderogabile di fare i rilievi e di denunciare chi ha mille colpe e mille peccati?

E allora, signori pistoiesi, invece di lamentarvi quando vi fanno aspettare 24 ore al pronto soccorso, mordetevi la lingua fino a tranciarvela come in Million dollar baby.

O altrimenti non fate gli asini: al prossimo turno – che si sta approssimando a grandi passi – votate per chi non vi ha preso e non vi prende per il Santo Back!

Sàsdaròvija, alla salute! Sempre che sia possibile in un porcaio di tal fatta…

[Edoardo Bianchini]

P.S. – E ora fateci fare un’altra censura, se ne avete il coraggio!

Scarica: Discariche al San Jacopo

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