san[t]ità. QUASI 17 MESI PER UNA ECOGRAFIA ALLA TIROIDE

GranducatoPISTOIA. Una lettrice ieri pomeriggio ci ha scritto:

Finalmente domani (oggi 1° settembre – n.d.r.), dopo quasi 17 mesi, potrò effettuare una visita normalissima, con ecografia alla tiroide, prenotata il 20 aprile 2015, al S. Jacopo.

Ringrazio la sig.ra Saccardi, il sig. Rossi e perché no, la sig.ra Ponticelli sempre pronta a difenderli nonostante siano a mio avviso indifendibili, con tutto il circo di amici degli amici che gli gira intorno.

Ma ringrazio soprattutto il buon Dio che mi ha tenuta in vita fino ad oggi, altrimenti addio visita.

Ma forse è proprio questo che sperano, alla faccia della buona sanità toscana!

g.b.


 

«NO, IO NON CI STO», DISSE OSCAR LUIGI

DOPO LE UOVA MARCE DI VENEZIA

 

Edoardo Bianchini
Edoardo Bianchini

FIN QUI lo scritto della nostra lettrice, che non ha bisogno di spendere molte parole per fotografare una situazione che – come avrebbe detto il dottor Catalani dell’Intersindacale Medica di Pistoia – non si verificherebbe neppure nel pronto soccorso dell’ospedale di Katmandu.

Ma la cosa interessante è il richiamo che la lettrice fa all’ufficio comunicazione dell’Asl e, nominalmente, a Daniela Ponticelli, che, in merito alle liste di attesa e al sostegno smodato della sua “datrice di lavoro” Asl, senza pensare che i suoi veri datori di lavoro sono i cittadini toscani che pagano le tasse, si è sempre molto impegnata, e perfino sdata, a difendere il miglior mondo possibile della sanità, la Toscana di Rossi, allo stesso modo in cui uno scriteriato Pangloss insegna al suo allievo Candido che quello che sta vivendo è il mondo migliore in assoluto.

Ora… non ci sarebbe, alla fin fine, niente di male nel prendere una parte e nel sorreggerla: a condizione di non cadere nel ridicolo mantenendo una assoluta trasparenza. E la sinistra è da sempre che lo fa e ci vive sopra: purché la parte sia l’antipodo di Berlusconi – ma se tradisce il Berlusca (come ha fatto Verdini), va bene ugualissimamente. Non ci sarebbe, alla fin fine, niente di male, dico: basterebbe che lo si dicesse apertis verbis, così uno sa che a parlare è il partito o un dipendente del partito e non uno che si spaccia per parte terza e neutrale! Non “ufficio stampa Asl”, ma “portavoce del direttore generale”. E ci mettiamo sùbito l’anima in pace sapendo quale e quanta credibilità dare all’editto promulgato.

Fatto è che quando noi abbiamo osato dire e parlare di velinismo e velineria aziendale nell’ufficio stampa dell’Usl di Pistoia, siamo stati sùbito trascinati dinanzi alla commissione di disciplina dei giornalisti e, successivamente, censurati senza tanti mezzi termini e senza aver ascoltato cinque testimoni che hanno portato carte ufficiali e non semplici “gratta e vinci” da tabaccaio. Processo per direttissima: conclusioni… lasciamo perdere. E perché?

Daniela Ponticelli, Asl Area Vasta Centro Toscana
Daniela Ponticelli, Asl Area Vasta Centro Toscana

Perché, secondo il tribunale del popolo, non era corretto parlare francamente e chiaramente di una collega (?) che – notate bene – ha sempre parlato più come “portavoce del direttore generale dell’Asl” che come informatrice neutra dell’azienda: in un perfetto e documentale conflitto d’interessi in relazione alle norme previste dalla legge 150/2000.

Insomma, in parole povere, dovevamo essere censurati solo perché non avremmo dovuto raccontare la verità, ma piuttosto proteggere un “membro della casta”.

A questo – è bene sottolinearlo e ribadirlo con forza – noi non ci pieghiamo: succeda quel che succeda.

Fra l’altro la collega Ponticelli gode – per sua esplicita affermazione in audizione dinanzi alla commissione di disciplina stessa che non ha voluto sentirlo e valutarlo – di uno stipendio aggiuntivo che si chiama “posizione organizzativa” e che, dal momento che non ci sono giornalisti subordinati a lei nell’ufficio stampa Asl, non dovrebbe assolutamente spettarle, e sembra, perciò, configurare l’ipotesi di un verio e proprio abuso d’ufficio per una ingiustificata regalìa pagata da noi semplici mortali.

Se volete, poiché come sapete noi non parliamo a vanvera, possiamo anche pubblicare integralmente gli atti del procedimento disciplinare e le registrazioni magnetofoniche stesse: fatto che non piacerà senz’altro, né poco né punto, al “collegio giudicante”, assai moralistico sotto il profilo di un credo politico a nostro avviso ben indirizzato.

Se questo non basta a farvi percepire la manipolazione dell’informazione velinara di azienda nell’Asl, sarà sufficiente che leggiate il documento 2 della bibliografia essenziale che riportiamo qui sotto.

Contraddizioni. Come credere a chi rappresenta interessi in contrasto?
Contraddizioni. Come credere a chi rappresenta interessi in contrasto? Informazione e azienda

La “signora Ponticelli” – come la chiama la nostra lettrice – ha, tra l’altro, sempre preso le difese dell’azienda a prescindere: fino a raccontarci, e in più occasioni, che dopo l’apertura del San Jacopo, a Pistoia i posti letto ospedalieri erano aumentati di numero.

Va bene che la scuola dell’obbligo alla don Milani ha creato valanghe di somari, ma ad abbattere questo falso mito di falsi profeti bastava un semplice pallottoliere cinese: non occorreva essere laureati in economia aziendale.

Comunque neppure l’evidenza dei fatti è bastata a far ragionare la disciplinare dei giornalisti. Perché se davvero essa avesse funzionato a dovere, sarebbe mai stato logico che noi fossimo stati costretti a presentarci all’assemblea annuale dell’Ordine per puntare l’indice contro il tribunalino del popolo? E a questo proposito potete leggere e vedere qui, qui e qui.

L’ufficio stampa, tuttavia, non risponderà neppure stavolta, ne siamo certi.

E ciò perché non ha capito – e/o non vuole capirlo – che, fra i veri doveri dell’informazione, quella da giornalisti e non da dipendenti telecomandati, c’è anche quello di essere chiamati a spingere i politici a uscire dalla tana e a mentire da sé, e non a farlo fare ad altri in nome e per conto loro con il fine di coprirsi e salvarsi il loro ben protetto sederino d’oro…

Edoardo Bianchini

Bibliografia essenziale:

  1. http://www.linealibera.info/santita-liste-di-attesa-la-via-toscana-alla-soluzione-del-problema/
  2. http://www.linealibera.info/santita-liste-dattesa-aumentano-le-ore-settimanali/ [scritto da Daniela Ponticelli]
  3. http://www.linealibera.info/santita-in-toscana-un-infermiere-ogni-9-pazienti-prestazioni-a-rischio/
  4. http://www.linealibera.info/santita-delle-balle-la-gente-dice-una-cosa-e-linformazione-dazienda-il-contrario/

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3 thoughts on “san[t]ità. QUASI 17 MESI PER UNA ECOGRAFIA ALLA TIROIDE

  1. Ho letto con molto interesse tutto, ma su una cosa vorrei fare una precisazione che, immagino, farà piacere ad Edoardo Bianchini.
    Ho lavorato per ventidue anni in Regione, e quindi, di porcherie, le più varie, legate alle Posizioni Organizzative, credo di averne viste abbastanza. Per cui, per quanto riguarda il paragrafo riferito alla P.O di cui gode la sig.ra Ponticelli senza avere nessun “subordinato” a lei affidato, la frase “non dovrebbe assolutamente spettarle” può essere tranquillamente corretta in ” non deve assolutamente spettarle”, e, quindi, si configura (via il “sembra”) un vero e proprio abuso d’ufficio.
    Mi sento di rassicurare l’amico Edoardo che non potrà ricevere né censure, né querele, se opererà questa correzione. Anzi, potremmo essere tutti noi “semplici mortali” a ribellarci come si deve, una volta tanto.
    Piero Giovannelli

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