Questo Romitino Marcellino pane e vino, sempre in giro con la ciambella ai fianchi; questo servo sciocco del Mazzanti; questo succubo del gioco del burraco e dell’oca; questo pilotato assessore ai lavori pubblici e dispensatore di grazie e regalìe varie a privati non si sa per che altro se non per favoritismi vari…
Certo è grave non riuscire a provare vergogna delle proprie azioni!
LA SUA FASCIA È UNA “CIAMBELLA”:
ANCHE A LETTO VA CON QUELLA?

Nel mondo (oscuro) universitario – di cui il povero Romitino, sindaco di diritto, ma eterodiretto da Mazzanti, sguazza come un bimbo anni 50 con tanto di salvagente (per lui la famosa ciambella è la fascia tricolore) nelle acque un po’ torbide di Viareggio, magari al Bagno Balena (ribattezzato Beluga dalla scrittrice pistoiese Milva Maria Cappellini); nel mondo universitario, dicevo, esistono anche i concorsi “per merito comparativo”.
È su questa linea che stamattina propongo ai lettori – anche a quelli Pd orgogliosamente iscritti all’Ana di Quarrata – la bella figura del Romitino costantemente incinto, che festeggia i 90enni, a confronto comparativo con Matteo Ricci (sindaco dello stesso colore), che però festeggia i 100enari; e senza mettersi la ciambella-salvagente necessaria alla sopravvivenza del Romitino.
Due figure istituzionalmente identiche, due spessori assolutamente diversi.
Il Ricci, odioso e insopportabile, sbruffoncello e non di rado aggressivo, ma indubbiamente intelligente, scaltro, capace di coinvolgere con la sua disinvolta dialettica e la sua capacità di camminare in mezzo alla sua gente. Andava anche a cena dai pesaresi: bastava che si mettessero in lista e lo invitassero. Ovviamente senza fascia-ciambella. Poteva contare su una laurea in Scienze Politiche a Urbino.
Il Romitino, giocoso, simpatico e soffice come un plumcake allo yogurt del Mulino Bianco. Bravo ragazzo, mai aggressivo, scarso in «brillanza intellettiva», finite a stento le medie e tentato il Silvano Fedi di Pistoia senza successo.
È, in metafora, un gallo della Checca che tutte segue e tutte becca. È dappertutto, forse perché ha da fare poco. Come per Mondo Convenienza, la sua forza è il prezzo (economico).

Preso e messo lì dal Mazzanti, con uno scambio di garanzie rispetto a Italia Viva di Simone Niccolai, l’assessore agli abusi che abusava coi capannoni dietro casa sua: «Tu non mi rompi i coglioni con il Romitino; io non ti impiccio con i tuoi abusi edilizi e ti lascio manovrare sulla cementificazione di Quarrata. Non ti denuncio alla procura e siamo a posto perché la procura di Pistoia è cieca, sorda e muta. Parola mia e del Marco Bai». Questa la realtà che sta dietro a un Comune dei falsari indecenti, ma accuratamente protetti dalla magistratura pistoiese. Lo dice anche la Hunziker: fatti, non parole!
Fra i due, ovviamente, vince la cattedra universitaria il Ricci per merito comparativo. Anche perché mai e poi mai – e ci giocherei quelle che si chiamano palle – il Ricci avrebbe permesso, una volta saputo che a Pesaro c’erano 250 strade interpoderali-vicinali date in privatizzazione illecita grazie al solerte ufficio tecnico e al geometra Franco Fabbri, doppiolavorista al nero dal geometra Mauro Ponziani; non avrebbe mai e poi mai, dico, permesso, come quello sciocco supponente incólto mangione del Mazzanti (lui e tutti i suoi culilingui falsificatori e fasi testimoni), il mantenimento di sconci amministrativi (diventati illeciti penali) a garanzia di non diritti di gente quale il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, pur egli falsista-calunniatore protetto dalla procura.

Questo Romitino Marcellino pane e vino, sempre in giro con la ciambella ai fianchi; questo servo sciocco del Mazzanti; questo succubo del gioco del burraco e dell’oca; questo pilotato assessore ai lavori pubblici e dispensatore di grazie e regalìe varie a privati non si sa per che altro se non per favoritismi vari (l’elenco è nel cassetto, care penne nere dell’Ana), festeggia i novantenni (neanche i centenari!) suoi: ma ha lasciato morire (insieme, e prima di lui, con l’inutile Sabrina Sergio Gori e in séguito il suo direttore d’orchestra Mazzanti) una 94enne, Bruna Lapini, quarratina, senza mai poter rimettere piede nelle sue case di Via di Lecceto 1 a Montorio, perché erano più forti i legami di favoritismo al Perrozzi ed altri, che non il rapporto di semplice cittadina senza protezioni e senza potere.
E il tutto sotto gli occhi complici di una procura della repubblica che non rispetta la legge. Anzi, la viola ogni giorno per quanto e come può. E quando non sa come fare per non sentirsi chiamare alle responsabilità di malgoverno della giustizia, arresta i giornalisti e sequestra le testate on line che le danno noia.
È un bel mondo, sì, quello catto-comunista dei piddini culilingui per i loro unici personali interessi.
Provate a negarlo se ne siete capaci!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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