
SOLO PERCHÉ NOI, “l’accozzaglia” o parte di essa, siamo diversi, non faremo come Maramaldo. Troppo comodo e troppo vile.
Ma se avessero vinto gli altri, quelli del Sì, cioè il Pd, non avremmo dovuto aspettarci analogo rispetto, dirà qualcuno.
Proprio per questo, perché siamo diversi e superiori: sì, superiori.
L’abbiamo detto e scritto: la loro superiorità culturale è come la carta igienica, usa e getta.
L’Italia, a prescindere dal risultato, ha risposto alla grande in termini percentuali e lo ha fatto in maniera netta.
Adesso, dopo che si saranno consumate le prevedibili vendette all’interno del Pd e dopo che il Berlusca si riproporrà come l’arbitro dei futuri accordi elettorali, attendiamoci la doverosa grandinata di “distinguo”, di “vorrei ma non posso”, ai quali questa imbelle e moralmente fradicia classe politica ci ha abituato.

Questi cretini di politici democratici arriveranno a comprendere che per la prima volta e liberamente il popolo, provocato oltre ogni limite e quasi costretto ad esprimersi, ha di fatto messo in mora tutto il politicume nostrano votando No non solo al semplice e furbastro quesito referendario, ma al concetto stesso di democrazia-cabaret che da troppi decenni, tutti, abbiamo dovuto subire?
Renzi è morto (politicamente): viva Renzi! Dato che non se ne va. Che serietà eh?
Ricordiamoci che nelle pieghe del No vittorioso si annidano i vari D’Alema, la stranamente silente Rosy Bindi, De Mita e tutto il ciarpame di una parte della vecchia repubblica pronta a tornare sulla scena.
Qualcuno pensa che il Berlusca che ha votato No mentre i suoi affari, cioè le sue televisioni, hanno votato Sì, prenda atto “solamente” del risultato o invece non torni con le sue “menate” a riproporci favole e contratti televisivi con il popolo italiano?
È vero: è stato sconfitto il trasformismo camuffato da novità.
Facciamo un referendum serio e condiviso per abolire le Regioni, per applicare veramente la responsabilità civile (e penale…) dei giudici, per ricondurre nell’alveo statale i beni comuni e insopprimibili come la Sanità e l’acqua.
Facciamo un referendum in cui le Regioni a statuto speciale, territori succhia soldi e con inammissibili privilegi, vengano soppresse.
È il momento di rimetterci tutti assieme e di mettere all’angolo i parassiti della politica, quelli che compaiono alle televisioni e sui giornali e che rappresentano solo l’aspetto velinaro della politica italiana.
In Italia esistono persone per bene e capaci che possono offrire la loro serietà e competenza specifica al di là e al di sopra delle parti.
Questo referendum ci dice che, forse, gli italiani si stanno svegliando e, anche se il voto che ne è scaturito è frutto in molti casi di simpatie o antipatie e non di reale convincimento, è pur vero che qualcosa si sta movendo.
Purtroppo abbiamo un Presidente della Repubblica che si chiama Mattarella: un democristiano di quelli ancora attivi in politica (altro errore o furberia del bomba-Renzi che lì lo ha collocato) che si comporterà da democristiano, cioè sceglierà di non scegliere.
Questo signore non possiamo mandarlo a casa neppure con un referendum. Peccato!
Pretendiamo, nel prossimo futuro, di poter “direttamente” nominare anche il Presidente della Repubblica: che ci sarebbe di male?

Così, se sbaglia, potremmo anche mandarlo via a calci in culo come certi presidenti dei deprecati Usa!
[Felice De Matteis]
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UNA SOLA DOMANDA
Ma per governarci decidendo da noi secondo la vera parola della Costituzione, e togliendoci di dosso i parassiti dei non eletti voluti da un partito minoritario, dobbiamo per forza imbracciare il fucile?
e.b.
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