
MONTALE. Solo una flashata veloce per dire che il professor Alessandro Galardini, assessore di Ferdinando Betti il dem, e nemico delle forze dell’ordine da lui giudicate fasciste, si è dimesso appena una mezz’ora fa.
Vorrei far riflettere i buoni non-più-compagni del Pd (ma tuttora catto & comunisti) su quale possa essere stato il magistero di questo insegnante all’interno della scuola di stato, con le sue brillanti idee anti-istituzionali e offensive nei confronti di una repubblica che è stata azzerata da Mani Pulite in giù.
Generazioni di cittadini sono stati allevati ad Agliana con «Pane e Rose» della Tonioni, altrove con l’insegnamento di italiano e storia di prodi docenti ispiratori di discriminazione e spregio, ferventi antifascisti perché fermamente stalinisti.
A questo punto, dice quel nazi-fascista salviniano di Franco Vannucci, la cosa non è finita qui: non basta che cada una testa e tutto si risolva con un “atto di dolore” e un paio di scuse con «tre pater ave e gloria». Nessuno crede a queste cose: a chi se lo merita, la gogna è d’obbligo. Specie in un paese di legalitari come i piddì, che altro non fanno che volerci convincere che di bravi come loro altri non ce ne sono, al mondo.

E un’altra cosa: vorrei che le micine della Pet Terapy montalese riflettessero su un fatto preciso. Personalmente ho molto a noia che mi chiamino “professore”. Non voglio essere confuso con questi di questa fatta che io definivo “non-colleghi”.
Io non sono un professore perché, controcorrente, non ho mai impedito a nessuno dei miei allievi di pensarla come vuole: ma ho sempre imposto loro di decidere solo a ragion veduta e dopo avere studiato bene storia e testi.
Era per questo che mi incazzavo in classe quando alcuni si professavano di sinistra, ma non conoscevano i testi sacri e nulla che riguardasse la chiesa.
Puppare il cristianesimo da Eugenio Scalfari o da Saviano o da certa chiesa di sinistra che odia Salvini e gli ebrei e espone bandiere palestinesi dinanzi all’altar maggiore, non è la via migliore per capire: è un non-capire una minchia.
Il dovere di ognuno è quello di farsi il culo sui documenti: puoi ognuno può impiccarsi tranquillamente all’albero che vuole. O di Stalin o di Dio. Non prima.
Saluti a Betti (prima o poi ci spieghi anche il mistero del Carbonizzo) e alle sue miagolanti micine!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Delitto di cronaca, critica e gogna
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One thought on “sistema marcio. FORZE DELL’ORDINE FASCISTE: E IL PROFESSORE SI È DIMESSO”
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