
PISTOIA. Mobilità, sosta e parcheggi costituiscono un banco di prova privilegiato per attuare quelle innovazioni ricomprese nel generale concetto di smart city.
Costituiscono anche – mobilità, sosta e parcheggi – il refrain usato come “argomento rifugio”, spendibile in ogni circostanza, spesso demagogicamente, in virtù della sua genericità e complessità di fondo.
Partiamo da alcuni fatti e dati, riguardanti Pistoia, senza la pretesa di esaurire o risolvere il tema.
Nei giorni scorsi Pistoambiente, società proprietaria del parcheggio del Lingottino, gestito dalla Pistoia Parcheggi, ha annunciato che il 23 dicembre la struttura alle porte del centro verrà chiusa, anche se la destinazione ad area di sosta non muterà.

La notizia è che Stefano Morandi, presidente della Camera di Commercio e di Confcommercio non ha letteralmente detto pio in merito a questo episodio che renderà inevitabilmente problematico l’accesso a negozi e attività del centro storico. Però lo stesso Morandi, nel 2013, aveva condotto una campagna pubblicitaria – ci sono le uscite sulle cronache locali, ritmicamente in prima o seconda pagina – per sponsorizzare una struttura privata, proposta peraltro da una società di Napoli, arrivando addirittura a presentare quella proposta/progetto nella sede di Confcommercio (vedi qui).
Oggi invece, lui, che in teoria dovrebbe tutelare l’interesse di tutti i commercianti di ogni ordine e grado, non si è nemmeno degnato di un comunicato di auspicio o di un appello da inviare ai giornali; pertanto gli chiediamo di chiarire pubblicamente – anche se crediamo che non lo farà perché sembra che soffra di sordità cronica: sa solo leggere la carta… – quali interessi intenda rappresentare e se in passato si è per caso fatto promotore di interessi personali oppure comuni (cioè della categoria dei commercianti).

Senza un messaggio inequivocabile, in primis verso gli esercenti del centro storico, diventa naturale pensare male, secondo la proverbiale massima di Andreotti.
Il Comune di Pistoia, almeno per il momento, si sta distinguendo per una positiva politica di riformismo in tema di mobilità sostenibile e integrata: il nuovo Pum (piano urbano della mobilità) parte dal presupposto di disincentivare la dipendenza dall’auto privata, allontanando le automobili dal centro e favorire la restituzione dello spazio urbano alle persone.
Una vera e propria opera di educazione civica e culturale da trasmettere come “patrimonio” alle generazioni future, fondata anche sulle caratteristiche della città storica, compatta e percorribile da cima a fondo in dieci minuti.

Del resto, quella di superare il vizio dell’auto sotto casa, è divenuto un tratto distintivo della modernità anche per città moderne, non necessariamente d’antico regime e sviluppatesi a misura d’uomo a partire dal medioevo: da Oslo ad Amburgo ed Helnsinki molte città europee hanno iniziato a chiudere i centri alle auto private, favorendo la mobilità ciclabile, pedonale e i mezzi pubblici.
Se è possibile nelle capitali del vecchio continente non è forse vero che i pistoiesi vanno educati e invitati ad abbandonare la cultura dell’auto sempre appresso? Il pistoiese medio non concepisce proprio la possibilità di muoversi senza il mezzo motorizzato sotto il sedere: basti andare in via dell’Annona il sabato mattina, giorno del mercato ortofrutticolo “Campagna Amica”, dove tanti vanno a fare la spesa e parcheggiano sulla pista ciclabile, oppure sulla carreggiata, ostacolando i bus che viaggiano in entrambi i versi.

Tutto ciò per non dover lasciare l’auto nei parcheggi, sempre disponibili, sull’altro lato della strada. Un lettore in passato aveva lamentato le congestioni di certi ingorghi cittadini, brontolando che Per attraversare viale Arcadia ci vogliono circa 10 minuti: ecco, il tempo che ci vuole, a piedi, per attraversare il centro, dunque un’involontaria ammissione dell’opportunità/utilità di disincentivare il ricorso all’auto privata e riscoprire la mobilità pedonale.
Spiace solo che, mentre a Palermo 103 commercianti su 104 chiedono la pedonalizzazione totale di via Maqueda, da noi i vari Paolo Guercini (Commercio Pistoia), Giuliano Bruni (Centro Commerciale Naturale) e Riccardo Bruzzani & Maurizio Innocenti (Confesercenti Pistoia) non siano in grado di cogliere la modernità e l’appetibilità di aree pedonali ma, in un tripudio di provincialismo, arrivino a parlare di riapertura dei varchi elettronici della ztl. Non trovano certo una guida in certa stampa pronta a cavalcare il benché minimo focolaio di populismo e ad aprire sondaggi da “plebe urbana”.

Il contesto locale fin qui delineato si inserisce in uno scenario nazionale che vede l’Italia campione di morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico: si tratta di un report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, che stima 84 mila decessi prematuri nel nostro paese su 491mila dell’Unione Europea.
Gli agenti nocivi, emessi principalmente da veicoli e da tutti processi di combustione industriale (con impatti diversificati in termini di gravità; leggete qui l’infausto record pistoiese dovuto – salvo dimostrazione del contrario – all’inceneritore di Montale) sono sostanzialmente: micro polveri di diametro 2.5 micron o Pm 2.5, l’ozono troposferico (O3) e il biossido di azoto (NO2).
Ma di mobilità, sosta, parcheggi, salute e smart city torneremo a parlare.
[Lorenzo Cristofani]
Vedi anche:
- Lingottino vuoto: perché Morandi tace?
- Pistoiambiente, dalle gite nel mondo agli interessi nel mattone
- Navette di collegamento e parcheggi modulari: le soluzioni per mobilità e sosta
- Parcheggi modulari, pum, navette mancanti: e le solite polemiche di chi è rimasto all’800
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Buongiorno! Bravo Lorenzo!….a me viene da piangere quando penso che Pistoia per come è fatta si presta ad essere un paradiso della mobilità sostenibile e invece è solo un casino. Io spesso lascio l’auto in piazza Oplà, (ma solo perchè è impossibile scendere dalla Valdibure in bus ad orari che non siano quelli scolastici) e poi da lì vado a piedi in centro, mettendoci nemmeno 10 minuti. Basterebbe avere una pista ciclabile che percorre tutto il perimetro delle mura, potenziare i parcheggi scambiatori esistenti e ritrutturare quelli dentro la cerchia muraria per i residenti e poi, con un opportuno servizio navetta per i più pigri o per le persone in là con gli anni e si potrebbe chiudere l’intero centro storico compreso nel perimetro murario senza alcun problema.
I commercianti poi lasciamoli fare che sono una categoria che fa cadere il latte alle ginocchia: sono ancora lì che pretendono di affollare il centro con negozi d’abbigliamento, di cui sono pieni i nostri armadi, quando ormai è chiaro a tutti che quel tipo di commercio si va spostando sempre più nelle mani degli outlet e della vendita on-line. Non hanno capito che il mondo è cambiato, la gente chiede altre cose, chiede buon cibo, servizi alla persona, tecnologia che semplifichi la vita…e loro se ne stanno ancora lì a chiedere di tornare ai cari vecchi anni 80, quando le auto sfrecciavano in pieno centro e la gente si accapigliava per avere un jeans Armani. Naturalmente non fanno nemmeno nulla per fidelizzare la clientela: provate ad entrare in un negozio del centro e vedrete che se non siete uno “del giro”, un cliente abituale, faranno fatica a dire buon giorno.
Massimo Scalas
Dimenticavo…ce ne è anche per i signori e le signore salutiste a Km 0 che vanno ad affollare i banchi di Coldiretti parcheggiando sulle piste ciclabili: in una zona come quella della Breda, dove non manca certo lo spazio per parcheggiare correttamente senza invadere piste e marciapiedi gli amanti della “natura amica” a parole, del cavolfiore bio, del ravanello non ogm…si comportano come i più biechi menefreghisti…vigili urbani…il sabato mattina fateci un giretto…
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Ieri sono andato a Bologna. Via Ugo Bassi, via Francesco Rizzoli e via dell’Indipendenza senza auto e senza autobus. Non ho sentito nessuno lamentarsi, anzi la maggior parte entusiasti (negozi e bar/ristoranti).
Che goduria vedere la folla “Natalizia” che camminava in mezzo alle strade, con i bar che avevano messo i tavoli dove di solito passano i mezzi motorizzati (ed erano tutti pieni) e dove si poteva vedere il Concerto delle percussioni stando tranquillamente in mezzo alla strada. Negozi affollati.
E Bologna non è certo Pistoia, in quanto a dimensioni.
Ma chi lo ha inventato il dogma per cui gli affari si fanno solo se ci passano le macchine. Mi sembra l’esatto contrario.
Passeggiando pensavo a quanto sarebbe bella via Carratica, così piena di negozi e bar, senza auto, naturale proseguimento di via Can Bianco e del Centro, libera per potere passeggiare e godersi le vetrine o fermarsi a prendere una ciaccolota calda, “cianciando” del più e del meno con gli amici, senza i parcheggi, soprattutto in doppia fila giusto “cinque minuti per farmi i cavoli miei” da perfetto maleducato (perchè se fossero di più, e si parcheggia in doppia fila per andare a comprare i pantaloni, pure provandoseli, o per fare l’intera spesa alimentare, vuol dire che quando è stata distribuita l’intelligenza, qualcuno ha saltato il turno)”
Ho notato da qualche tempo a questa parte che la gente ha riscoperto il gusto delle città vivibili a misura d’uomo, dove si passeggia con la famiglia senza preoccuparsi di finire investiti e dove le strade e piazze dei centri storici hanno riacquisito il loro scopo originario di aggregazione sociale.
Utopia?
Aspettate che apra il Conad al posto del Barghini e scoprirete cosa c’è sotto alla chiusura del Lingottino, è solo questione di tempo… Alfio Fedi non ha detto nulla ma basta fare due più due per capire cosa hanno combinato.
Il Morandi? Ahahah, non scherziamo