SPORTIVI, ISTRUZIONI PER LE PROSSIME REGIONALI TOSCANE

Vote for Tuscany, food and joy! and you will be happy
Vote for Tuscany, food and joy! and you will be happy

PISTOIA. In Italia siamo perennemente sotto elezioni, anche quando alla scadenza elettorale manca molto. In Italia ove la politica, l’arte nobile, è stata svilita da “mangiapane a tradimento” – che ci hanno fatto disamorare per continuare a fare i loro comodi, ergo a “magnare” a più non posso – si dice «andate a votare!» e si spera che, in realtà, vada meno gente possibile.

Un po’ l’incoerenza che un tempo si rimproverava al grande, inimitabile Petisso Pesaola, di cui si raccontava che, in piedi davanti alla propria panchina nello stadio vociante, con una mano invitasse i suoi ad attaccare per farsi bello e con l’altra, più nascosta, chiedesse a tutti di retrocedere a difesa del punteggio (per realismo).

Ebbene, si avvicina l’appuntamento elettorale della Regione Toscana e, guarda caso, tornano a spuntare come funghetti i politici nostrani, che stanno anni senza salutarti, e poi tutti assieme allegramente iniziano a “bombardarti”, chiedendoti il voto a ogni angolo di strada, con i loro bei sorrisi omologati.

Come fare a scegliere? Sì, si dà per scontato che votare sia l’unico modo per tentare di ribaltare un sistema che ha creato disastri a ogni latitudine.

Beh, un suggerimento per gli “sportivi”, gli amanti dello sport, specie quelli pistoiesi. Fate un giro per la città di Giano a vedere che cosa ha combinato la recente, disastrosa bufera di vento. Fate un giro, a piedi senza inquinare, a osservare se negli impianti disastrati c’è qualcuno che lavora alacremente oppure no. Fate un giro, poi rientrate a casa, contate sino a 10 e ditevi stavolta non voto per ideologia, ma premiando chi ha fatto, chi fa, chi farà.

Attenzione, poi, a chi vi blandisce, pensando siate così sciocchino da non capire: accettate pure il gioco, ma alla fine trionfi la verità: mandate a quel Paese il falso seduttore.

Chissà che là non impari finalmente a essere una persona, vergognandosi pure un po’ del personaggio, squallido, che si è creato. Prosit!

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