C’è una licetta (come dicevano i vecchi di prima) per salvare la Lega? Forse sì. Ma solo se il Tomasi fosse in grado di tirar fuori gli attributi e se la ridesse degli strilletti di chi (la Pira) ha disfatto la Lega a Pistoia…
Chi è leghista fra i due? Me lo fate vedere?
OR CHE CINZIA HA SPOSO ALESSIO
STO PER LEI, VE LO CONFESSIO…
Italo Calvino scrisse Il castello dei destini incrociati (1969), tutto basato su un gioco di immagini casuali accoppiate.
Qui, a Sarcofago City, sarebbe forse il caso di riscrivere – in parodia – Il castello dei casini incrociati, dove l’edificio è il severo (si fa solo per dire…) Palazzo di Giano, sorvegliato a vista (si fa per dire…) dal tribunale; a lato ha la cattedrale interrata di Pistoia, San Zeno; dietro le grate di ferro vive e regna il Tomasi, rieletto non per sua virtù (l’ho detto anche a lui, posso ripeterlo anche qui), ma perché la sinistra ha avuto un’epigastralgìa come quella, del tutto falsa, del sindaco Benesperi di Agliana, e piuttosto che votare Federica Fratoni si è frantumata come del resto è giusto che avvenga a un monoblocco di granito quando s’è sfarinato in 75 anni di compromessi e malgoverno.
Ma mi sono dilungato anche troppo. Volevo solo riflettere sul fenomeno-Lega e sulla sua brillantissima segretaria, o come diavolo la chiamano loro, Sonia Pira: mia gentile persecutrice, offésasi in quanto appellata (così direbbe il sostituto Grieco) oca e pira di nome e di fatto.
I giudici di Pistoia, che, venendo da altre regioni d’ItàGlia, non attingono al sano e diretto umorismo toscano da Nencia da Barberino di Lorenzo il Magnifico o da ditirambico Bacco in Toscana di Francesco Redi – per non scomodare l’Alighieri o il Boccaccio o lo stesso Machiavelli sfanculatore dei bischeri nella Mandragola –, non gradiscono che la gente pigli per le mele le cosiddette «autorità costituite» e si divertono a condannarci pur sapendo di avere torto marcio.
Costei, la giovine sicula di buone speranze, occhi verdemare da sirena, incrementatrice (sull’asse cartesiano del negativo) della Lega (ha perso 11 consiglieri, anche perché fisiologicamente il suo partito non poteva che sgonfiarsi), oggi si ritrova in mano (e non mi si dia del sessista, anche perché non me ne frega) la patata bollente della Lega slegata di Pistoia.
Cinque anni fa, successi a iosa. Questa volta solo un matrimonio e una sposa. Già. Perché il rombo del reattore di Salvini, a questo turno, forse perché ha trinciato troppi piccioni al decollo, ha suonato non bene: al motore si sono rotte le pale che comprimono l’aria, e il volo si è concluso con un atterraggio un po’ di fortuna. Voti scarsi.
Le avvisaglie c’èrino state (direbbero i viareggini). Bastava guardare al flop di Alessio Bartolomei alle regionali. Eppure, nonostante la spocchia (la Pira ha sempre detto che le iscrizioni alla Lega si erano triplicate: ma in negativo, però…), la Cinzia Cerdini – senza dubbio più leghista del Bartolomei – s’è prestata di buon grado a presentarsi alle nozze non di Cana (troppo impegnativo dover trasformare l’acqua della Brana in Chianti Putto), ma… da cane.

La Cinzia è una vera amica, anche se io (si tranquillizzi sùbito il dottor Giuseppe Grieco) non sono della Lega, in cui sarei incompatibile solo per la presenza della Sonia Pira, generosa seminatrice di buGGGìe, come dice lei.
C’è, però, una licetta (come dicevano i vecchi di prima) per salvare la Lega? Forse sì. Ma solo se il Tomasi fosse in grado di tirar fuori gli attributi e se la ridesse degli strilletti di chi (la Pira) ha disfatto la Lega a Pistoia.
Vi spiego: vuoi rivoluzionare almeno un millesimo di questa Sarcofago City, Alessandro? Di’ alla Pira che invece di prenderti il Bartolomei come assessore (tanto te ne ha fatte tante durante il quinquennio passato e poi è da sempre che è lì), ti piglierai la Cerdini.
Guarda, ti garantisco che, da manichea qual ella è, non ti farà mai svegliare di soprassalto per qualche e con qualche sua strana trovata!
Sono però convinto che la politica, specie se pistoiese, specie se tenuta in mano da stranieri, sia adatta solo a personaggi nobili quanto Vanni Fucci…
Edoardo Bianchini
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