terzi & imparziali. È ARRIVATA LA BUFERA, È ARRIVATO IL TEMPORALE, CHI STA BENE E CHI STA MALE E CHI STA COME GLI PAR…

Altro giro, altra corsa – dicevano i giostrai di un tempo. L’ItaGlia è proprio la repubblica delle banane, della corruzione e del malcostume. Basta un rapido confronto fra due città confinanti


Consigliato per tutti il film di Ficarra & Picone «L’ora legale». Ci respirate a pieni polmoni l’ItaGlia nella sua mafiosa interezza

SE UN NE ARRESTI IN LAMPI E TUONI

TUTTI GLI ALTRI STANNO BUONI


 

Leggo sul ritaglio di giornale, che mi invia il solito lettore rompipalle, che a Lucca uno è finito denunciato per una piscina.

Evidentemente si tratta di un abuso edilizio. Ma il sindaco lucchese non ne chiederà le dimissioni: perché in questo “bananeto a forma di stivale” ognuno fa e sta come gli pare. Dal non-presidente della repubblica in giù.

Fra i più che “stanno come gli pare” sotto Sergio, primo magistrato d’Italia, ci sono tutti i suoi subordinati, magistrati che non di rado sembrano essere poco onorati, anche se sono costantemente blindati, come dei veri carrarmati, dagli organi deputati a renderli sicuri e assicurati che loro non saranno mai toccati.

L’ItaGlia è una repubblica di raccomandati s-fondata dal lavoro: ma quello dei cittadini perculati.

Ora scendiamo da dove si vede Lucca e si vede tutta, e saliamo sulla colonna dalla quale si vede Pistoia e si vede tutta, per niente bella, ma dimolto brutta.

A Quarrata il sindaco Mazzanti – quello che vedete qua baciare il Giani in ossequio, sembra, alle direttive della Schlein – seppe, a suo tempo, che il suo assessore all’edilizia, Simone Niccolai, aveva costruito capannoni abusivi nel suo orto dietro casa. Evidentemente li aveva sbagliati per cavoli neri.

Il chiomato assessore Niccolai: «Non scassatemi i maroni, | sto smontando i capannoni…»

Anche lui, come il sindaco di Lucca, montò lì; e non chiese le dimissioni del capelluto assessore. Fece però di meglio, con l’aiuto degli uffici tecnici corrotti del suo Comune e della sua polizia municipale: dètte al Niccolai il tempo di sbaraccare ogni cosa (caro Bai, te, per me, t’arà’ aùto ’ bai!); tanto da cancellare gli effetti penali (il pène però non c’entra: quello finisce sempre e solo tra le mele del popolo minuto e sanculotto), penali dell’abuso.

Ma il burracchiani, amico della Serracchiani, fece anche di più, secondo il nostro parere. S’accordò con quel suo tòmo in vista delle successive elezioni comunali che ci sarebbero state poco dopo.

Il Niccolai, che tifava Italia Viva, poteva stare tranquillo, a condizione che (questo sembra di capire) per la tornata elettorale, non rompesse i coglioni (cosa che poi, regolarmente evitò) con un’opera di disturbo quale candidato a sindaco e in conflitto con chi (il Romitino) a Mazzanti facesse comodo sul seggiolone, al fine di etero-dirigerlo dal suo scranno osceno di presidente del [mal]consiglio comunale quarratino. Operazione riuscita. Ma cosa vuoi capire, Bianchini – mi ripeteva fino all’ossessione Luciano Michelozzi –. Ci pigliano tutti per il culo!

Evidentemente i residenti di Vicofaro non sono «gente comune» e neppure chi, per una ammenda da 150 euro, si becca 15 giorni di arresti dal duo Grieco-Azzaroli. La critica è ancora libera o è stata abolita dai pubblici ministeri?

Mazzanti, con quella mossa da furbastro di bracciante sottratto alla terra ma politicamente rincivilito, teneva saldamente il capelluto per le palle e l’operazione andiède come doveva. Ora Mazzanti è ancora sindaco (di fatto); mentre il suo lacchè Romiti lo è formalmente, di diritto e/o di sbieco.

Operazione legalità, antimafia, valorizzazione del territorio, trasparenza amministrativa, oca giuliva, Italia Viva, cadavere a riva, suonare la piva e chi n’ha più ne scriva. Tanto il popolo che vota, sguazza e affoga nella mòta.

A fianco di tutto questo va posta la procura oggi del Pm Tommaso Coletta, lavorante a cottimo per la «gente [del] comune».

Hai voglia, popolo ’gnorante e ciuho, maremma hàne!, di avvisare le «autorità costituite» di Piazza Duomo, piano terzo, che le cose sono fuori del binario!

Il sistema si regge proprio sull’inerzia, non certo benevola né degna né costituzionale, di una procura che non fa nulla se non contro coloro che, come noi di Linea Libera, siamo ogni giorno in prima linea con il megafono in mano a raccontare come stanno realmente le cose.

O sta zitto o… parla a sproposito

E si può anche capire il perché di questa situazione protezionistica del malaffare. Perché è più facile arrestarne uno, due o tre, che dover mettere in Santa Caterina in Brana un intero verminaio che sta facendo marcire tutta la provincia.

Complimenti, però, a tutti coloro che, ogni mese, ricevono, in conto corrente, stipendi da favola per un’opera che non svolgono o che, se lo fanno, non lo fanno certo «con disciplina ed onore» come da art. 54 ignoto a Benigni e a Mattarella.

Dedicato a tutti i signori delle nostre vite soggetti solo alla legge e fedelissimi esecutori dell’obbligatorietà dell’azione penale, ma solo se indirizzata contro la gente che chiede legalità.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


Siamo in una terra in cui, grazie all’articolo 21, interpretato da Curreli, Martucci, Grieco e Gaspari, si può andare agli arresti domiciliari per 104 giorni perché si è chiesto alla procura di indagare sul Comune di Quarrata


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