Ecco, il popolo del PalaCarrara è oggi composto da centinaia di Charlie Brown, sospesi tra la voglia di godersi il momento con una gioia irrefrenabile e la paura degli “effetti collaterali”, quelli di un brusco ed improvviso risveglio da questo momento magico con un ritorno a quote più normali, magari a seguito di qualche prestazione di squadra deludente.
“Nun v’azzardate a svegliarmi” ha scritto Federico Ghigo Flori dopo la sirena di domenica scorsa, riuscendo davvero a sintetizzare, credo, lo stato d’animo di tutti noi. Come si fa a non lasciarsi coinvolgere dall’eccitazione? Stavolta è davvero impossibile.
A Trento è stata giocata una partita clamorosa, di quelle che sono difficili da raccontare perché sono stati talmente tanti gli aspetti positivi da non saper quali sottolineare più a fondo. Intensità, l’ho scritto tante volte raccontando la fase di preparazione al campionato e francamente se ne vedono i frutti in campo.
Anche Vincenzo sembra quel cacciatore che ha annusato il sangue della preda e vuole afferrarla. La sua preda è la rivincita personale dopo annate troppo complesse per avere soddisfazione, potete star sicuri che Vincenzo non mollerà un centimetro.
Sia chiaro, le delusioni arriveranno. Ci sarà la partita regalata, quella in cui non saremo mai scesi in campo, quella in cui anche Kirk deluderà, quella in cui anche le scelte del coach non convinceranno del tutto. Però non sarà risparmiata alcuna goccia di sudore, di questo possiamo già esser certi ed è una bella sensazione.
Nel frattempo possiamo continuare a goderci il momento, con tutti gli attestati di stima per il gioco espresso, la capacità camaleontica di adattarsi all’avversario e di limitarne gli aspetti migliori, la varietà tattica di soluzioni espresse e, appunto, la proverbiale cazzimma che ci vengono unanimemente riconosciute.

Qualcuno si è spinto a dire che potremmo essere l’outsider che darà fastidio alle grandi, ma questo è quantomeno prematuro e comunque è concetto pericoloso, di quelli che fanno montare la testa.
Vero è, tuttavia, che Alex è il classico gigante buono e Ronald è un play da leccarsi i baffi, giusto per dirne un paio. Ricorderete certamente quando lo scorso anno Filloy giocava guardia col buon Langston Hall nel ruolo di regista.
Ecco, lo stesso si è visto fare a Trento, quando, con Knowles gravato di falli, Filloy ha vestito i panni del “due”.
Con tutto il rispetto e l’affetto che si può provare per Hall, non è proprio la stessa cosa avere Ronald in regia quest’anno ed i risultati si sono visti anche domenica scorsa. Ha dato qualche sussulto di vitalità anche Wayne Blackshear, speriamo sbocci finalmente a pieno con Avellino.
Dunque, Avellino. Abbandonando ogni remora, non possiamo perdere. Abbiamo fatto una clamorosa impresa ad espugnare Trento e non è pensabile che questa venga in qualche modo vanificata, nell’ottica dei punti in classifica, dalla sconfitta in casa contro una squadra da rispettare, ma comunque alla portata.
Già sappiamo che il PalaCarrara sarà gremito e bollente, già sappiamo che sarà una ovazione al “tutti in piedi per questa squadra”, già sappiamo che sarà una sciarpata da brivido e che alla sirena avremo qualche problema in più ai timpani.
Non si può perdere, via. La soddisfazione di salire a Milano da imbattuti a chiedere il rispetto ed il saluto alla capolista ce la meritiamo tutta.
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