Attenzione, però. Non sto scrivendo che abbiamo già vinto i prossimi due scontri, che vinciamo la coppa Italia o che dobbiamo preoccuparci di chissà quale posizionamento sulla griglia dei playoff, sarebbe una clamorosa sciocchezza. Sto solo dicendo che al ritornello secondo il quale ci dovremmo preoccupare di raggiungere quanto prima la salvezza per poi, forse, cominciare a sperare in qualcosa di più e di meglio, beh, onestamente non crede davvero più nessuno.
Anche nelle conferenze stampa che si susseguono i ragazzi cominciano ad ammettere l’evidenza. Prima Kirkone, oggi Moorino, tutti confessano che dentro lo spogliatoio nessuno ha mai pensato davvero al penultimo posto, ma che la post season è sempre stato il vero obiettivo di tutti. Questa cosa, fidatevi di chi ha il piacere di poterli ascoltare dal vivo, viene detta senza alcuna strafottenza, ma semplicemente con l’atteggiamento del giocatore che ha consapevolezza delle proprie potenzialità, della forza del gruppo, della bravura dello staff tecnico, della bellezza del nostro meraviglioso ambiente.
Davvero si ha l’impressione che quest’anno tutti gli incastri siano perfetti. Nella partita in cui Wayne è limitatissimo da un problema al gomito, ecco rinascere Knowles. Vedi Kirk faticare, sia difensivamente sia a rimbalzo, ecco uscire fuori Czyz con una partita con talmente tanta sostanza da far stropicciare gli occhi.
Leggi i dati sul numero di rimbalzi catturati dagli esterni, oggettivamente altissimo, e capisci che Vincenzino ha creato la macchina perfetta. Sì perché se è vero che Moore, con l’autoironia che caratterizza le persone molto intelligenti, ha spiegato che riesce a prendere un buon numero di rimbalzi perché i giganti sotto canestro, mentre fanno a sportellate tra loro, a volte si dimenticano dei più piccolini in campo, la verità è che solo con un’ottima organizzazione e preparazione i lunghi riescono, tagliando fuori l’avversario, a permettere al compagno di squadra di recuperare palla con estrema semplicità. Insomma, nulla di causale ma grandissima cura del dettaglio, che effettivamente rappresenta la cifra stilistica del nostro coach.
Troppo entusiasmo, troppa fiducia? Forse sì, ma vorrete concederlo. Del resto, un piccolo oggettivo motivo di preoccupazione, in un quadro altrimenti tutto a tinte sgargianti, effettivamente esiste ed è costituito dall’incapacità di gestire al meglio i finali di partita. Contro Venezia poteva essere stato un caso, a Sassari poteva essere stato merito dei campioni in carica, quando succede la terza volta non si può fingere di non avere un problema, anche se alla fine abbiamo portato a casa la vittoria.
Personalmente non credo molto alla fatica fisica, non giochiamo in coppa ed abbiamo un’età media talmente bassa che non può essere quello il motivo, almeno non a gennaio. Credo piuttosto che molti dei nostri giovani non riescano a non sentire la pressione. La sentiamo noi, la sentono anche loro in campo. Bisognerà migliorare sul punto, del resto tutti i ragazzi, anche quelli che hanno maggiormente impressionato, dichiarano di aver margini di miglioramento sia come singoli sia come squadra.
Non ci resta che confidare nel vecchio sano e duro lavoro in palestra, con l’entusiasmo regalato da un gruppo di uomini che non mollano mai e che, comunque vada, sapranno regalarci ancora grandi emozioni. Tutti in piedi per questa squadra.
[Luca Cipriani]
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