
PISTOIA. Sì, è vero: è inequivocabilmente vero che l’Usl – prima n. 3 di Roberto Abati & C., e oggi di Area Vasta Toscana Centro, di Paolo Morello Marchese del Ciocco e delle cacce al tesoro da 100mila € gettati dalla finestra – è un ambaradan inaffidabile.
E insieme alla struttura – che paga, con i soldi dei contribuenti toscani, lo staff degli “addetti stampa” che dovrebbero informarci –, anche gli «scrittori a pago Usl» hanno mostrato e mostrano, in più casi e occasioni, di essere solo dei “pilotati” e che, quindi, i loro testi e notiziari, molto spesso, hanno tutto l’odor di san[t]ità della tromboviolinata.
Per chi non lo avesse capito – e sembra che lo stesso Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti non ci sia riuscito – il tromboviolino (vedi) non è un’offesa al pudore: non contiene il verbo «trombare» così caro a Crozza, che pure è di cultura sinistra, ma semplicemente il termine «tromba» come cassa di risonanza al posto della cassa armonica in legno; più, ovviamente, il violino che serve a sviolinare «madama la Marchesa» (da ora in poi Paolo Morello Marchese/a del Ciocco e delle cacce al tesoro da 100mila € gettati dalla finestra?). Almeno potrebbero informarsi dall’Accademia della Crusca, con cui hanno pure un filo diretto per corsi di formazione professionale!

Ma in Italia, da dopo il 68 e la scuola di Barbiana, non c’è da chiedere troppo: non c’è da pretendere, cioè, che tutti i giornalisti (o presunti tali) abbiano sufficiente preparazione culturale per sapere, capire e conoscere – e quindi interpretare correttamente – il mondo che li circonda (magari adoperando alla perfezione anche la consecutio temporum o avendo imparato, quantomeno, dopo 25 anni segati di scrittura e di comunicati, che il termine «squadra» in francese fa «équipe» e non «equipè», come, con disappunto, da anni siamo costretti a leggere e leggere…).
A chi può – in questo caso noi irriverenti contestatori anche di chi, fra noi, non merita troppa stima – è delegato il compito ingrato, ma necessario, di insegnare e di chiarire, specie se, oltreché essere in albo da ben oltre 40 anni, si è scritto quel che si è scritto, si è pubblicato quel che si è pubblicato e si è perfino insegnato in ogni scuola di ordine e grado, università compresa. E senza prendere la gente per il culo.
Nel caso di specie (che Asl e “velinari d’ufficio” non sono affidabili e devono essere opportunamente demistificati nella loro opera di “pubblicità mendace e ingannevole”) ecco come dimostreremo il teorema.
Scrivevamo anche «per questo giriamo formalmente il tutto all’ufficio coordinamento informazione Asl Area Vasta Toscana Centro: perché ci faccia avere una nota definitiva del megadirettore Paolo Morello Marchese».
Volevamo solo sapere se era vero o no: chiedevamo forse troppo a una schiera infinita di “compagni democristiani renzispirati”, fino a qualche decennio fa mangiapreti e antifascisti che, oggi saliti al potere grazie ai colpi di mano di uno di loro, Napolitano, sono diventati peggiori di quei repubblichini che avevano combattuto incessantemente dall’8 settembre in poi?
Qui sfidiamo battesimo, cresima, eucarestia, penitenza estrema unzione, Ordine (dei giornalisti) e matrimonio (Pci-Dc in Partito Democristiano) a negare che la questione fosse di essenziale conoscenza per tutta la sanità pistoiese, dato che in Psichiatria ci sono spesso stati problemi fino agli ultimi danni fisici toccati a un infermiere operatore psichiatrico (vedi).

Abbiamo girato il tutto – in maniera formale e informale al tempo stesso – sia alla signora Daniela Ponticelli (capo dell’informazione, sembra, ma non particolarmente cara a Scarafuggi, se il dg sotto processo si procurò un addetto stampa da Massa non ritenendo che a Pistoia ci fosse “personale idoneo a svolgere la funzione comunicatore-Asl” – vedi) che alla Pec dell’Asl. La Ponticelli, fra l’altro, risulta essere al contempo impeccabile informatrice e portavoce-fiduciaria del Direttore Generale (bel conflitto, non vi pare…?).
Ci voleva molto a rispondere
- è tutta una bufala
- è tutto vero
- è vero solo a metà e/o altro
e a togliere, così, con un colpo di spugna immediato, il cosiddetto “vino dai fiaschi”?

Silenzio congelato, invece: come ai tempi – come abbiamo scritto recentemente – di Krusciov in Unione Sovietica.
Il che ci autorizza a dire
- il rumor-notizia era vero
- il servizio informazione Asl, sempre così sollecito a scrivere negando perfino le evidenze scientifiche dei danni da amianto (vedi), non è un servizio destinato all’informazione, bensì, palesemente – come noi abbiamo ritenuto da tempo e ancor più oggi –, alla realizzazione di veline pubblicitarie di consenso “a lode e gloria del Signore e del suo santo nome”.
Amen! Amen checché ne pensi chicchessia: da Dio Padre fino all’ultimo operatore ecologico dei fusibili (a loro dispetto) Comuni di Abetone e Cutigliano!
[Edoardo Bianchini[
CONSIGLI (PERSONALIZZATI) PER GLI ACQUISTI
L’Asl e i compagni democristiano-renziani, con lo stesso Ordine dei Giornalisti, leggano e meditino attentamente anche la Convention droits de l’homme.
[Intervento di critica e commento ex artt. 21 Costituzione e 10 della Convention européenne des droits de l’homme]
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Si avvicina il momento in cui fare pulito sarà davvero una questione d’igiene pubblica.
Igiene: L’igiene (dal greco uγιεινός “sano, salutare, curativo”; citato nell’invocazione del giuramento di Ippocrate) è il ramo della medicina che tratta le interazioni tra l’ambiente e la salute umana. Elabora criteri, esigenze e misure riguardanti lo stato ambientale e il comportamento.
Ora: si da il caso che lo stato ambientale fa schifo a Pistoia: acqua all’amianto, terreno e aria alladiossina/pesticidi….urge agire per correggere certi comportamenti.
E TANTO PER PUNTUALIZZARE MEGLIO…
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NORMATIVA. Legge 3 febbraio 1963, n. 69 – Ordinamento della professione di giornalista, in G.U. 20.02.63 del 03.02.63, S.O. – Testo vigente dopo le modifiche introdotte dal DLGV 26 marzo 2010 n. 59 – Attuazione della direttiva 2006/123/Ce relativa ai servizi nel mercato interno in G.U. n. 94 del 23.04.10, S.O.
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ART. 2, COMMA 2. – DIRITTI E DOVERI
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Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori.
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Mi ero dimenticato di questo importantissimo comma 2 dell’art. 2 della legge dell’Ordine, che di solito viene chiamato in causa quando qualche giornalista vuole rompere le scatole a qualche collega.
Ora: è evidente che promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi non può significare assolutamente far finta di non vedere cosa fa un giornalista se, invece di informare, tira il carretto di una amministrazione e finisce solo con il difenderla a spada tratta a prescindere.
Un atteggiamento come quest’ultimo, a casa di Linee Future, cari lettori e cari colleghi dell’Ordine e non, ha un nome soltanto, composito: connivenza/mafia di tipo corporativo.
Un costume che non è benvisto nella nostra redazione. Chiaro?
e.b.