tuoni, fulmini & l’anpi. IL SOGNO DEL MAZZANTI, QUELLO BÒNO IN MEZZO A TANTI

La Sacra Scrittura (che nessuno conosce a cominciare dai preti) si ripete di secolo in secolo, di millennio in millennio. Del resto la Bibbia lo conferma: nil novi sub lumine solis, sotto la luce del sole si vedono sempre le stesse cose e nulla cambia mai, tantomeno col Mazzanti che vuole darci un nuovo welfare. Dal sogno di Giacobbe si passa a quello di Marcobbe. La differenza è come la Fanta: «nun è bòna, ma è tanta». E le “opposizioni” quarratine lo sanno alla perfezione: loro, infatti, della Fanta al Marcobbe sono la cosiddetta madre, cioè l’elemento-base da cui partono le bollicine di vuoto politico-ragionativo…


Di Marcobbe ce n’è uno: gli altri, se affortunati, ’unn’hanno arcuno!

 

A VÒRTE PIÙ CH’ E’ SOGNI

CI PARE DI VEDER’ ICCÌRCO TOGNI!

 


 

LA SCALA DI GIACOBBE. Lui dorme e vede gli angioli che vanno insùe e ’ngiùe. Se ’nvece s’addormenta MARCOBBE, ’gli è un macello: insùe e ’ngiùe e’ vanno quegli dell’ufficio tènniho di Quarrata che fanno fare cancelli, cancellate, muri ’ncimentati, sbancamenti, catene, capanne, capannoni, capannine, e rilascian perinfìno condoni che un ci possan’ essere. Emmenomàle che la sinistra rispettàa ippaesàggio e l’ambiente! Se ’un gli rispettàano icché arèbbin fatto? Tiràan le bombe all’uranio impoerìto pe’ fa’ fòri, nutrie, zanzare e piccioni? Forse co’ piccioni ci ’òglian fare irrisòtto…

 

UNO DEI SOGNI più famosi della Bibbia (Genesi 28, 12-17) è quello di Giacobbe:

Ed ecco una scala rizzata in terra, la cui cima giungeva al cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa. Ed ecco il Signore si presentava a lui e diceva: … Io sono con te e ti guarderò dovunque tu andrai, e ti ricondurrò in questo paese…

Giacobbe al suo risveglio pianta la pietra, usata come guanciale per la notte, nel terreno come una stele, e dice:

Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo! Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo! – E chiamò quel luogo Betel cioè “casa di Dio”.

UNO DEI SOGNI più famosi del Comune di Quarrata (Regolamento Urbanistico, approvato e in vigore da sempre, art. 111 – Viabilità vicinale esistente al 1954; e non solo) è quello famoso, detto di Marcobbe, il sindaco delle ciàccole & delle sbòbbe:

Ed ecco, all’inizio di una scala che arrivava in cielo fino al Nelli e su, al Càchero, ai Poggioni e infine in Acquabòna, un cartello attaccato su un palo piantato in terra, su cui si leggeva: “Comune di Quarrata, zona di tutela ambientale”. E sotto: “divieto di transito per tutti i veicoli a motore eccetto autorizzati ordinanza n. 138/90”.

Al posto del cartello fatto sparire, c’hanno messo il segnale di «strada senza sfondo» per indicare il radioso futuro di Quarrata dopo trent’anni di democratici di sinistra…

E gli angeli dell’ufficio tecnico del Comune salivano e scendevano per la scala e autorizzavano cancellate, muri, catene, barriere, costruzioni d’ogni tipo. Mentre una voce dall’alto tuonava dicendo: “Io sono con te e ti guarderò le spalle dovunque, e ti permetterò di fare tutto su questa collina maltrattabile che tu chiamerai Betel, cioè ‘casa di chi pòle’ (e chi ’un pòle s’attacca).

Marcobbe al suo risveglio, dopo la stra-cena del Parco Verde, che lo aveva appesantito fin troppo, vide che il cartello di tutela ambientale era stato divelto e fatto sparire. Fece, allora, aprire un’inchiesta, a presa di culo, dal suo arcangelo M[ichel]arco Bai, capo delle milizie dei Vigili Celesti, e lo fece sostituire con un bel cartello di strada senza sbocco, perfetto emblema del Comune di Quarrata che, quanto a futuro, sbocchi non ne ha proprio (se non di natura vomitoria); mentre il suo emissario celeste, l’Arcangelo dell’annunciazione, Iurigellièle, avvisava ufficialmente tutti (a principiare dal Bianchini) che sul Montalbano era tutto a posto, tutto in regola e tutto in linea con la legge (quella del Menga).

Quando parla il buon Mazzanti, azzittisce tutti quanti! Andò dalla Paola Bardelli-Tvl a 6 in diretta e sparò: «Sono solo cazzate di confinanti!». E invece, guarda caso, era tutta cacca della sua amministrazione, come, del resto, la fognatura dei Casini, 8 miliardi di lire buttati nel cesso… Cazzate anche queste? E la Procura di Pistoia? Arresta i giornalisti: perché se non ci sono loro, anche il male non esiste.

Pertanto Marcobbe si sentì talmente esaltato che si recò a 6 in onda di Tvl-Tv Pistoia Libera e, gratificato da inebrianti profumi di braciole all’olio e di bomboloni alla crema fritti ex tempore, esclamò:

Certo il Signore è sul Montalbano e io non lo sapevo! Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo, ostruita a tutti gli altri esseri umani dai cancelli e dalle catene di ragionieri che contano più del popolo minuto!

E se al popolo minuto non restasse neppure la possibilità di poter prendere per il culo con la sàtira tutte le cialtronate di questi innominabili pseudopolitici, visto che anche la procura “che lavora per la gente comune” si mette sempre e comunque dalla parte dei Mazzanti, che cosa resterebbe mai a chi non conta il famoso cazzo del Marchese del Grillo? La via del farsi giustizia da soli? È forse questa la funzione della magistratura che affibbia 104 giorni di arresti domiciliari a chi ha l’ardire di rompere i corbelli al potere costituito chiedendogli a gran voce di fare il suo dovere? Cioè applicare e fare applicare la legge?

Provate a dire che non è vero!

I pistoiesi, forse, farebbero meglio a starsene a casina loro – e chiusi bene – invece di andare a Sant’Jago a piedi. Otterrebbero più grazie, forse, dinanzi agli occhi del vero dio (che non c’è: o non ci sarebbero loro con le loro manie usuraie), se si impegnassero di più a far funzionare la procura e le istituzioni costituite (parola del Gip Patrizia Martucci: rendiamo grazie a dio) piuttosto che a pensare di ammassare quattrini in banca e a lasciare che la giustizia terrena si svii nella redenzione delle prostitute sulle rotonde di Agliana o nell’accoglienza dei clandestini “patrata” anche da magistrati che favoriscono gli ingressi illegali con la Terra Aperta o fanno arrestare i giornalisti che chiedono di fare applicare la legge.

L’avete voluta la libertà della sinistra civile e progressista? Ora beccàtevela tutta, Green Pass compreso, furboni!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


 

TANTO PER RINFRESCARE LA MEMORIA

AGLI EX-COMPAGNI. . .

 

 

Quando si dice «partito democratico»…

La città del futuro era (2009) “rispetto per l’ambiente”. Chi era sindaco? La sindaca più inutile di Quarrata.

Dopo 11 anni Quarrata è più che mai un “troiaio”: ma la Procura difende l’amministrazione dei disastri, dei falsi (certificati, condoni, dichiarazioni) e degli abusi.

E guardate bene: chi è l’assessore all’edilizia oggi? Il signor Simone Niccolai, parente di questo rammentato assessore Luca Gaggioli, grande progettatore di Quarrata.

Assessorati tutti in famiglia? E tanto per guardare all’ambiente… il Simone parente di cotanto Gaggiolo aveva alzato capannoni abusivi dietro casa sua. «Ah, ’nnamo bbéne!», diceva la Sora Lella buonanima!

Marta Quilici all’epoca scriveva sul Tirreno. Oggi è portavoce di Okkióne e gli modera gli interventi al Parco Verde, tanto per non avere “confritti/soffritti” d’interesse con il codice deontologico del cosiddetto Ordine dei Giornalisti…


 

E ancora

 

E ora cerchiamo di ragionare al di fuori degli schemi mentali della procura della repubblica di Pistoia: la sindaca Sabrina Sergio Gori è stata politicamente utile o inutile? Come ha lasciato Quarrata nelle mani del Mazzanti? E il Mazzanti cosa aspetta a fare il suo dovere di sindaco? E la procura della repubblica cosa aspetta a prendere i provvedimenti adeguati a carico del sindaco se il burrakìsta non intende fare il proprio dovere? Ma che razza di stato è questo in cui siamo costretti a vivere per volontà di chi i problemi dovrebbe risolverceli e non crearceli con comportamenti illegali? L’Italia non c’è, non esiste più dal 1990.

Grazie all’amico S.P. per le idee che mi ha suggerito

Ne ometto il nome per timore di ritorsioni a livello di lavoro, perché Pistoia è anche questa


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