un fiorino. LO SCONCIO DI LECCETO SPIEGATO CON LE IMMAGINI DEL FILM DI BENIGNI E TROISI

E così iniziò l’epoca del Non ci resta che piangere, caro dottor Claudio Curreli che, a mio avviso, pur essendo un esperto di giornalismo alla Montanelli – come il suo collega maggiore Giuseppe Grieco – non ha ancora imparato, nonostante i suoi lunghissimi anni…


Quando invito la gente a una gita a Lecceto, tutti scappano come i topi da una nave che affonda. O perché mai…?


C’È CHI SI FA ACCONCIARE DAL COIFFEUR

E CHI SI FA CONCIARE DAI VOYEURS


 

 

Correva l’anno 1996, addì 23 del mese di dicembre, allorquando il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi e sua moglie (Antonia Compagnucci, †) acquistarono “le terre del sacramento” (cito Francesco Jovine) per trasformarle in feudo e, successivamente, in marchesato inaccessibile a tutti grazie a bolle papali rilasciate (come sta sta) dal Comune di Quarrata: vògliasi da parte del settore Lavori Pubblici (afferente a due geometri: Fiorello Gori/Biagini e Giorgio Innocenti/Sassaroli), vògliasi da parte del Settore Edilizia e Abusi (con afferenza al geometra Franco Fabbri/Ponziani e/o, salvo errori e omissioni, architetta Caterina Biagiotti).

In illo tempore il vigile addetto all’edilizia e alla sorveglianza dei “porcai sul territorio” era quell’Oliviero Billi, poi divenuto capo dei vigili di Quarrata, che, oltre al dipendente pubblico, esercitava, in contemporanea, la professione di commerciante di infissi per l’edilizia. Hai capito, procura della repubblica opaca di Pistoia? Altrimenti sono anche capace di ripeterlo.

Questo il quadro storico dell’epoca. Sempre in illo tempore le figlie del geometra non-dottor Romolo Perrozzi, Gaia e Giada, erano infanti o poco più che adolescenti. Ma le trovavi sedute, a giornata, sulle scalette dell’aia antistante alla loro abitazione: una colonica già di Francesco/Cecco Bellini e della moglie Argentina; di Mirando Bellini, della moglie Fima e dei figli Andrea e Doriano; indi di Federigo Carbone, avellinese di Lapìo, e della moglie Irma, con i figli Giovanni e Carlo.

E così iniziò l’epoca del Non ci resta che piangere, caro dottor Claudio Curreli che, a mio avviso, pur essendo un esperto di giornalismo alla Montanelli – come il suo collega maggiore Giuseppe Grieco – non ha ancora imparato, nonostante i suoi lunghissimi anni in magistratura e Anm, a svolgere e fare svolgere indagini come si deve: e forse perché – credo e opino – è troppo il tempo che lei dedica agli scout-Agesci, alle manifestazioni di piantumazione di alberi, e a cortei della pace, che non al suo mestiere di cui (questa la mia umile opinione) non mostra il rispetto che le sarebbe di dovere ex art. 54 della Costituzione, la famosa sorella di Mattarella (veda Benigni) perlopiù negletta dal gruppo-Coletta e dal tribunale di Pistoia. E… non sono mica incontinente, vero?

Via Vicinale di Lecceto Nord. Per qui ci sono 5 telecamere…

Le signorine Perrozzi, dal loro angolino sugli scalini, appena arrivava qualcuno a Lecceto, si attivavano a tempo di relais: «Chi siete? Cosa Portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!». Quando non erano sedute sugli scalini, parlavano dalla finestra o dal finestrino del primo piano che vedete nell’immagine.

La signora Compagnucci aggiungeva anche – se mai – «Lì non si può sostare, c’è nostro… Quell’asparago non puoi coglierlo, perché è nel nostro… Codesto sasso (c’eravamo in due quando accadde con mia madre) lo rimetta a terra, perché se tutti prendono un sasso, che ci resta a noi?». Ma il giornalista professionista montanelliano Curreli e il suo praticante Grieco, ci sono mai arrivati a capirlo o hanno rinunciato?

Un’abitudine, quella delle guardie del Marchesato del Perrozzi, che dura tuttora. La signorina Giada, infatti, fermò e interrogò alla frontiera Alessandro Romiti e altri. È agli atti. E fra gli altri, anche un mio parente. Le terre del sacramento erano e sono tutte e solo loro, vero procura?

Ma forse no, anche perché quelle più a Nord su Via di Lecceto, 50 metri sotto al marchesato, appartengono, per diritto di sangue e di Dio, a Mara Alberti, Sergio Luciano Giuseppe Meoni e Margherita Ferri; tutti e tre mal consigliati e mal guidati da un avvocato fiorentino (Roberto Ercolani) inventore sognante – non senza asfissia – il diritto di “usucapione delle parti comuni”. La Corte d’Appello è stata più che chiara, ma si vede che a Firenze di «bomba» ce ne sono tre: Renzi, il Nardella della Schlein, suonatore di violino; e, terzo, proprio l’avvocato Ercolani.

Ecco. Chiunque vada colassù – dove tutto è stato reso possibile da un Comune che non ha fatto un cazzo per tenere la collina EC2 sotto controllo e sorveglianza (per chiarezza rimetto in fila i nomi dei referenti del nulla-fare: Franco Fabbri/Ponziani; Fiorello Gori/Biagini; Giorgio Innocenti/Sassaroli; Oliviero Billi/serramenti per l’edilizia e, sopra tutti, il contestabilissimo ingegner Iuri Gelli, cognato del Pd della toscana attraverso il segretario Dario Parrini ex sindaco di [gratta-e-]Vinci –; chiunque vada colassù si trova dinanzi la famosa scena del duo Benigni-Troisi.

Il ragionier non-dottor & figlie hanno, in questo specifico punto di Via di Lecceto 1 (vedi foto di testa), 4 telecamere 4 che registrano facce e culi di chi là transita. Evidentemente senza una vera ragione plausibile, perché gli eventuali stalker come me cosa mai potrebbero fare? Arrampicarsi sul muro della casa come un uomo-ragno; segare le sbarre della finestre; penetrare nell’abitazione e massacrare i presenti come il clown assassino del film?

Oppure saltare a piè pari la cancellata e, dall’aia, sfondare la porta di casa del Perrozzi? È notorio, no, procura, che io – 76 anni e varie patologie, ma soprattutto, atletico come Superman –, sono in grado di saltare 2 metri e 40 senza l’asta… Non è vero avvocata Elena Giunti che non sa il latino e – credo – neppur ragionare in termini di inoppugnabile logica?

Gli altri residenti, a mio parere turbati da «sindrome di telecamera da voyeur» – parlo dei due anzianotti più la “padrona del cielo”, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri e Mara Alberti, pilotati dall’avvocato Ercolani – tengono, sulla discesa di via di Lecceto a numerazione pari (civici 10-12-14-18) – 6 telecamere: 5 nel primo tratto, più una nel tratto finale della particella a comune 430, foglio 44.

La maniera più efficace per scongiurare la guerra è non fornire armi a chi spara e toglierle di mano a chi le sta adoprando. Fare le sfilate con le bandierine arcobaleno, gentile dottor Curreli, non serve a nulla: è come non fare indagini. È tutto tempo gettato e un alimentare i conflitti, specie se si avvantaggiano certi avvocati (vedi Giovanna Madera) e si inventa un reato che non c’è: lo stalking giornalistico

Personalmente io capirò poco e, perciò, mi pento e mi dolgo di non riuscire a fare al meglio il giornalista montanelliano come Claudio Curreli quando si veste da addetto stampa dell’Agesci-scout. Ma se «per andare dove devo andare, io devo passare per dove devo passare» (scena di Totò e Peppino a Milano, ve la ricordate?) e sotto ben 10 telecamere, la domanda per i geni incompresi e incomprensibili della procura, che ogni giorno ci procurano non soluzioni ai problemi, ma più problemi di prima, è la seguente:

Fanno sparire il cartello e così il vincolo ambientale non c’è più, procura e «autorità costituite»?

Chi sarà lo stalker, l’aggressivo, il violento? Il delinquente, il cattivo, il malvagio, il reo e quant’altro? Chi sarà, chi là è nato e ci ha vissuto sempre in pace con tutti prima dell’arrivo di certi personaggetti capaci anche di segare i tubi dell’acquedotto (ma il Grieco li manda a casa e gli paga pure il caffè…), o quella marmaglia di individui che, ammanicati, protetti, favoriti, vezzeggiati dalle «autorità costituite», si permettono impunemente di staccare cartelli di “collina sotto vincolo ambientale”; devastare il devastabile; impestare l’impestabile; sbancare il non sbancabile; violare tutti i divieti perché sicuri di poter contare sul malcostume, sulla corruzione e sull’assenso-silenzio di dipendenti pubblici infedeli, inattendibili e svergognati?

Ecco ora mi aspetterei non uno “squasso di pugnette”, come dicono nel bolognese/modenese, ma uno squasso di querele per diffamazione. Temo, però, che, stante la mafia in cui siamo immersi (perché questo è il mio parere e sentire, visto quanto la legge viene calpestata), tutti faranno silenzio.

Credendo, erroneamente, che tutto possa finire nel silenzio assassino di una doccia da Auschwitz allo Zyklon B, poveri sciocchi!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


 

E UN LETTORE SCRIVE

 

I veri «privilegiati» hanno perfino tolto il cartello di Montalbano area protetta e il Comune lo ha sostituito con strada a sfondo chiuso. E non è vero perché, proseguendo, la vicinale-interpoderale che inizia al Nelli, gira in area Cachero (dove risiedevano i Gallorini, famiglia della vigilessa arrestata Claudia Vilucchi), Poggioni, Acquabona e si ricongiunge al Maestrino, sopra Buriano, a Est. Maricchiolo ha indagato sul cartello sparito?

 

Non mi permetto di dubitare delle tue affermazioni, che presumo saranno supportate da riscontri.

Certamente, là dove ci fosse dolo, sarebbero deprecabili e più che giustificata la tua iniziativa.

Ti auguro quindi di arrivare a una giusta e definitiva conclusione.

Ti saluto cordialmente.

Il lettore può starne certo. Non sarò un Montanelli come i sostituti Curreli e Grieco, ma sono pur sempre quel giornalista che, al momento della prima amministrazione di compromesso storico Dc-Pci a Quarrata e in Italia, dètti, picchiandoci in pieno, la giunta Stefano Marini al completo e mi permisi di dire perfino dove erano stati fatti gli accordi: nella fattispecie a Montemagno.

I documenti ci sono tutti, caro lettore. E so quel che dico. Sono la procura e il tribunale – purtroppo –, organi che noi cittadini-contribuenti paghiamo milionate di euro, a dimenticare fin troppo facilmente che le carte devono essere lette e fino in fondo, prima di “far pagare il giusto per il peccatore”.

E questa non è forse mafia e/o corruzione?


Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a

«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!

Print Friendly, PDF & Email