UN ROSSI SUPERFICIALE CHE FINGE DI NON CONOSCERE LE POSIZIONI DELLA CGIL

Enrico Rossi al Circolo Garibaldi a Pistoia
Enrico Rossi al Circolo Garibaldi a Pistoia

PISTOIA. [a.b.] All’incontro su ‘Viaggio in Toscana’ organizzato al Circolo Garibaldi di Pistoia con Enrico Rossi insieme a Mattia Nesti (ass. Arci ‘Micco Rosso’), Valeria Nanni (Giovani Democratici), Alberto Guercini (Sinistra Ecologia Libertà) e Stefano Bartolini (Fondazione Valore Lavoro) era presente nel pubblico anche Giuliano Ciampolini, ex operaio tessile e di Sinistra (‘quella ampia e popolare – scrive – che ha necessità di un Partito di Sinistra che in Italia è da ricostruire’).

Ciampolini, uomo impegnato su vari fronti, è tra coloro che sono contrari alla ricandidatura di Enrico Rossi a Presidente della Toscana nelle elezioni regionali del 2015.

“Entrato nel Circolo Garibaldi a Pistoia con una sincera incertezza sulla mia opinione a tale proposito per quanto ho poi ascoltato da Rossi ne sono uscito con la convinzione che il Presidente è più lontano di quello che pensavo dalla necessità di una sinistra che guarda al drammatico presente e al futuro con un’altra idea della modernità, capace di garantire i diritti sociali e civili, il diritto al lavoro e un’economia qualitativamente diversa ed ecologicamente sostenibile”.Giuliano Ciampolini

Giuliano Ciampolini ieri mattina ha scritto direttamente al presidente della Regione le sue impressioni sulla serata allegando ad esse anche la sintesi delle proposte della Cgil e le sue convinzioni per un’Altra politica in attuazione di un’Altra Idea della Modernità e del Futuro che una Sinistra moderna dovrebbe contribuire a costruire. “Da gennaio 2014 – spiega Ciampolini – il Presidente Rossi racconta di un suo immaginario Renzi (immaginazione costruita probabilmente in cambio dell’appoggio ottenuto da Renzi per la sua rielezione nelle Elezioni Regionali del 2015) che si propone di estendere i diritti ai lavoratori precari e racconta anche di una Cgil che non capisce che l’art. 18 è da superare, che divide i lavoratori e che non si propone di estendere i diritti ai lavoratori precari ed ai giovani”.

Ecco cosa scrive Ciampolini: “Rossi si ricorda (l’ha detto venerdì sera) di quando, giovanissimo, faceva servizio al bar della Casa del popolo dove abitava, ma ha dimenticato che la forza sindacale della Cgil (cioè di un sindacato che tiene alla propria autonomia dai padroni, dai governi e dai partiti), tanta o poca che sia… in buona parte dipende dall’impegno dei propri militanti nelle aziende private (e questa, in buona parte, dipende proprio dall’art. 18: cioè dal non rischiare il licenziamento se un lavoratore fa il proprio dovere sul lavoro senza rinunciare a battersi per i diritti di tutti i lavoratori, a partire dall’organizzazione del sindacato nella propria azienda e dalla promozione della partecipazione agli scioperi aziendali o nazionali).

Enrico Rossi al Garibaldi. Il pubblico in sala
Enrico Rossi al Garibaldi. Il pubblico in sala

“Rossi racconta queste mistificazioni con una superficialità poco responsabile, che fa finta di non conoscere le posizioni e le proposte della Cgil non solo in difesa sacrosanta dell’art. 18 e dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori (come sa chiunque lavora in aziende private), ma anche per affermare (come propone da molti anni, almeno dal 2002, la Cgil) nuovi diritti per i lavoratori precari, per i disoccupati e un Piano per il lavoro che rilanci investimenti capaci di dare risposte ai problemi veri del nostro Paese (a partire dalla prima opera pubblica di cui c’è necessità: la messa in sicurezza del territorio dalle frane e dalle alluvioni, su cui venerdì sera Rossi non ha pronunciato neanche una parola)”.

“Anche in risposta ad un intervento sulla ripubblicizzazione dei servizi idrici (fatto con argomentazioni che io non condivido, perché riducono l’esito referendario ad una questione di qualche euro da recuperare… e non al grande e difficile tema di avviare un percorso che abbia come finalità una gestione pubblica e democratica/partecipata dei servizi idrici e il ritorno della finanza pubblica in questo bene comune fondamentale per la civiltà di un Paese), Rossi ha svicolato… rinviando tutto ad una Legge nazionale (che indubbiamente è indispensabile: è stata presentata dall’Intergruppo parlamentare per l’Acqua Bene Comune, composto dai parlamentari di Sel, del M5s e da una ventina del Pd e anche questa necessità dovrebbe essere sostenuta dalle Regioni e dai Comuni che la condividono), come se non fosse possibile fare come la Regione Lazio e la Regione Puglia che hanno cercato e stanno cercando di aiutare questo percorso (un percorso non propone di ‘tornare alle gestioni comunali’, come ha ipotizzato Rossi in modo polemico… facendo finta di non sapere che nessuno – nel movimento per l’Acqua Bene Comune – propone simili sciocchezze, proprio perché c’è consapevolezza che la gestione pubblica dell’acqua deve avere una dimensione a livello di bacini idrici e quindi a livello di aree vaste)”.

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2 thoughts on “UN ROSSI SUPERFICIALE CHE FINGE DI NON CONOSCERE LE POSIZIONI DELLA CGIL

  1. La Confederazione Cobas Pistoia commenta:

    “NOI, A DIFFERENZA DI ROSSI E DI CIAMPOLINI, CONOSCIAMO BENE LE POSIZIONI DELLA CGIL:

    La CGIL è il sindacato che ha condiviso (insieme anche a Rifondazione Comunista!) il “pacchetto” Treu (precarizzazione del lavoro), l’abolizione della scala mobile, il passaggio delle pensioni dal sistema retributivo a quello contributivo, la contrattazione (ora di fatto abolita) al tasso di inflazione programmato.
    La difesa dell’articolo 18 (visti i precedenti ben più devastanti, a livello sociale, della modifica di questo art.) da parte di questa organizzazione è del tutto strumentale e finalizzata a mantenere un qualche ruolo all’interno dei luoghi di lavoro e a sostenere la cosiddetta “sinistra” PD (Bersani, D’Alema ecc. ).
    L’art. 18 va difeso, ma non con chi da anni (vedi la cosiddetta svolta dell’EUR del gennaio 1978), ha permesso la trasformazione del lavoro in variabile dipendente dal mercato (vedi l’intervista di Scalfari a Lama del gennaio 1978) con tutto quello che ne è conseguito.”

  2. Non mi vergogno ad ammettere che non sono abbastanza informato per prendere una posizione decisa per quanto riguarda l’articolo 18. Concordo comunque pienamente con tutti quelli che affermano che la diatriba sull’art 18 serve solo ad alcuni per darsi un tono, mantenersi un ruolo ed una importanza che in realtà hanno perso da tempo.
    Quanto alla C.G.I.L, è certamente composta da persone comunque rispettabili, anche se non sempre condivisibili, come Giuliano Ciampolini, ma ciò non toglie che spesso, sopratutto nel settore pubblico (vedi Regione Toscana) questo sindacato è una perfetta cinghia di trasmissione del partito dominante e non prende praticamente mai una posizione dura e decisa sulle porcherie che avvengono in Regione. Siamo ridotti al punto che, da tantissimo tempo, le posizioni più dure, lucide, precise, senza sconti per nessuno, vengono prese, in maniera isolata, da una coraggiosa dipendente iscritta ai COBAS ( e lo ammetto tranquillamente, perchè è nella oggettività delle cose, pur non essendo io un COBAS).
    Mentre, tra l’altro si discute di articolo 18 si o no, una parola veramente decisa, ma anche precisa, circostanziata, documentata, sulla scandalosa evasione fiscale che abbiamo in Italia, chi la dice? O sullo scandalo di una giustizia civile pressochè inerte, assente e di gravissimo peso anche per un rilancio della economia, c’è nessuno che si esprime? Come pure sulla giustizia penale, non in grado di mettere in galera i veri e grossi delinquenti,oppure che li scarcera dopo cinque minuti?
    Anche questo stato di cose è devastante, magari in maniera apparentemente indiretta, per il mondo del lavoro.
    Dove vogliamo andare se non si affrontano veramente di petto questi problemi, ma anche altri, ben più gravi rispetto alla questione dell’art 18?.
    E, per finire: da iscritto al P.D, concordo in pieno con Ciampolini (e non solo con lui) sul fatto che Rossi non è degno di ripresentarsi; ma non per una questione di più o di meno sinistra, e quindi ideologica, NO: semplicemente, ma più radicalmente, per una questione di decenza e di decoro.
    Piero Giovannelli

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