UNIONE DEI COMUNI, MA IN SEPARAZIONE DI BENI E CONTRIBUTI

Il logo dell'Unione dei Comuni
Il logo dell’Unione dei Comuni

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Gli Enti cambiano nome ma la sostanza non cambia e la musica è sempre la stessa. I soldi dei contribuenti vengono buttati, anche quei pochi che vanno in salita e arrivano in montagna, dalla finestra.

La Comunità Montana venne commissariata e successivamente liquidata nel dicembre 2012 con, si noti bene, un attivo di bilancio di 2 milioni di euro di cui 1,6 derivanti dai Bim (vedi quiqui e qui). L’Unione Speciale dei Comuni, naturale evoluzione della Comunità Montana, non venne costituita perché, secondo gli amministratori, esisteva un passivo della defunta Comunità Montana di 250.000,00 €.

In termini percentuali tra il deficit presunto comunicato e verbalizzato nell’ultimo consiglio dell’ente estinto, e il surplus accertato c’è uno scostamento di appena il 1000% (mille per cento). I Bim non riscossi, l’ingente patrimonio immobiliare e non solo, insieme alle deleghe territoriali, confluirono, a fine 2012, per mancata trasformazione della Comunità Montana in Unione dei Comuni Speciali, nelle casse della Provincia di Pistoia.

Queste le due premesse per arrivare ai 120 mila euro che l’Unione dei Comuni Montani Appennino Pistoiese deve restituire alla Regione Toscana, in base al Decreto dirigenziale 29 aprile 2013, n. 1766 con cui viene revocato il contributo all’Unione di Comuni Montani Appennino Pistoiese, ai sensi dell’articolo 91, della legge regionale 27 dicembre 2011, n. 68.

La sostanza del decreto è che le cose che dovevano essere fatte non sono state fatte come si doveva e pertanto i 120 mila euro di contributo spettante per disposizioni di legge all’Unione dei Comuni, vengono richiesti in dietro. L’oggetto del contendere è la funzione fondamentale di pianificazione della protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi che l’Unione dei Comuni dovrebbe per statuto svolgere in maniera associata per tutti i Comuni aderenti.

Nella verifica effettuata dai funzionari della Regione Toscana il 31 marzo quest’anno presso la sede dell’Unione di Comuni Montani Appennino Pistoiese, al Comune di San Marcello, si è accertato che non è stato organizzato il Centro Sistemi, in sigla CeSi: nella sostanza la Sala Operativa. Viene cioè accertato che manca il più, cioè la centrale operativa che deve coordinare le attività in caso di emergenza tanto che non risulta la pianificazione del servizio di reperibilità del personale sulle 24 ore.

Inoltre dalla documentazione, prodotta dalla stessa Unione dei Comuni, emerge che quantomeno non è documenta «la gestione delle situazioni di allerta diramate da parte della sala operativa unificata permanete della Regione Toscana nel periodo che intercorre tra l’attivazione della gestione associata e la data della verifica, in particolare le allerte del 31 gennaio 2014 e dell’11 febbraio 2014».

Il fatto ha dell’inquietante e la domanda è: possiamo dormire sonni tranquilli? Per tutta risposta, ai rilievi degli ispettori, l’ente risponde in data 17 aprile alla Regione con una nota in cui evidenzia che in data 31 marzo, vale a dire il giorno della verifica – si dice le coincidenze! –, è stato organizzato il CeSi con relativo calendario delle reperibilità dal 31 marzo al 30 di giugno. La Regione non si fa però prendere per il naso e ribatte che gli «atti non risultanti al momento della verifica sono da ritenersi, presumibilmente, adottati e resi esecutivi dopo la chiusura del verbale», pertanto, e dopo una serie di altre considerazioni riportate nel decreto, si provvede alla revoca del contributo concesso nell’anno 2013.

Fig.1 - Abitanti e superficie dei Comuni dell'Unione Appennino Pistoiese
Fig.1 – Abitanti e superficie dei Comuni dell’Unione Appennino Pistoiese

Torniamo però all’aspetto economico legato ai contributi, perché c’è dell’altro. Mettiamo quindi in fila le carte di cui disponiamo.

In base alla Legge regionale del 27 dicembre 2011, n. 68 inerente le “Norme sul sistema delle autonomie locali”, al Capo III del Tiolo V – Premialità per le buone pratiche (titolo che è tutto un programma), alle Unioni dei Comuni sono concessi dei contributi straordinari. In base all’art. 90 i contributi spettano se:

  • le Unioni dei Comuni a disciplina ordinaria, come appunto quella della Montagna Pistoiese, raggiungano una dimensione demografica complessiva di almeno 10.000 abitanti, o siano costituite da almeno cinque comuni (Fig.1)
  • siano costituite in ambiti territoriali definiti dalla stessa legge e di di norma con territorio tra loro contiguo o comunque appartenente alla stessa provincia. L’ambito di appartenenza dei comuni della Montagna Pistoiese è il 31. (Fig. 2 e 3). Appare del tutto evidente che senza il Comune di San Marcello P.se, non obbligato all’esercizio associato delle funzioni, l’Unione dei Comuni Montagna Pistoiese non potrebbe esistere.
  • Fig. 2 - L'Unione dei Comuni Montagna Pistoiese
    Fig. 2 – L’Unione dei Comuni Montagna Pistoiese

    esercitino le funzioni fondamentali come stabilito dall’articolo 55. Le funzioni associate inserite nell’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni Montani Appennino Pistoiese sono le seguenti: a) organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente; d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale; e) attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi; f) l’organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi; g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione; h) edilizia scolastica, per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; i) polizia municipale e polizia amministrativa locale; l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell’esercizio delle funzioni di competenza statale; funzione che può essere svolta solo facoltativamente in forma associativa; m) i servizi in materia statistica”; n) servizio di sportello unico delle attività produttive (Suap).

Nell’anno 2013 il giorno 2 (due) del mese di aprile, in quel di San Marcello, dove una volta c’era un ospedale, nasceva di nove mesi (il tentativo di costituire l’Unione Speciale abortì infatti miseramente il 25 giugno 2012, vedi qui), finalmente l’Unione Appennino Pistoiese.

Fig.3 - Comuni appartenenti all'Ambito 31
Fig.3 – Comuni appartenenti all’Ambito 31

Veniva alla luce appena in tempo, si direbbe in zona Cesarini per essere ammessa ai tanto anelati contributi straordinari, come disposto dall’allegato “A” alla deliberazione della Giunta regionale del 12 febbraio 2013, n. 89, che stabilisce al paragrafo 11.1 che i contributi sono concessi sulla base della seguente documentazione risultante agli atti alla data del 2 aprile 2013.

Si noti la data quasi come se in Regione aspettassero pazientemente le decisioni degli amministratori montani, sempre e comunque in perenne ritardo, sempre a rincorrere. Si rincorrono funzioni e reparti di un ospedale che c’era e funzionava e ora non c’è più; si rincorrono le deleghe territoriali che prima c’erano e ora sono in provincia e chi sa dove andranno; si rincorrono ora i contributi che vengono erogati e poi tolti. Sempre a rincorrere: l’aver utilizzato troppo la radice rinco è ovviamente del tutto casuale. La corsa comunque parte, ma l’affanno è già evidente.

Verificati i requisiti delle Unioni dei Comuni costituitesi al 2 aprile 2013, la Regione Toscana con atto dirigenziale n.1766 del 24 aprile, concede e liquida i contributi a tutti, tranne che all’Unione dei Montanini (Fig.4), quelli però dalle sole – l’accento va bene ovunque – scarpe grosse.

E perché mai i contributi sono stati concessi ma non liquidati? Elementare, Watson! Nello stesso atto dirigenziale c’è la soluzione: l’Unione Appennino Pistoiese sta ferma un turno perché il conto di tesoreria in Banca d’Italia non è attivo. La liquidazione dei contributi sarà fatta successivamente (vedi pag.18).

Fig.4 - I contributi spettanti e liquidati all'Unione dei Comuni Montagna Pistoiese
Fig.4 – I contributi spettanti e liquidati all’Unione dei Comuni Montagna Pistoiese

A ottobre del 2013 la Regione apparecchia nuovamente la tavola e distribuisce ulteriori pani per un’ammontare di circa 600 mila euro (Decreto Dirigenziale 4282 del 11/10/2013). La Montagna Pistoiese non viene però invitata al banchetto, in quanto non ha l’abito giusto per essere ammessa e rimane ferma per un ulteriore turno.

L’art. 90 comma 8 della legge regionale n. 68 del 2011, prevede infatti la concessione di contributi alle unioni di comuni nel cui statuto è prevista l’attivazione dei servizi di prossimità dando la priorità ai territori caratterizzati da maggior disagio.

Nell’atto costitutivo dell’Unione montana non vi è però menzione di tali servizi (per un confronto vedi lo statuto dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino all’art.7 – Unione ammessa al contributo – e quello dell’Unione di Comuni Montani Appennino Pistoiese). Il mistero si infittisce e le ipotesi del perché nello statuto non siano menzionati i servizi di prossimità sono le più svariate:

  • Ipotesi a. I comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio, San Marcello P.se. e Sambuca P.se e soprattutto le loro frazioni, sono dotati di qualsiasi tipo di servizio reso alla cittadinanza, da quelli postali e bancari, a quelli genericamente classificati alla persona o comunque utili per la vita delle comunità.
  • Ipotesi b. I Comuni per i servizi di prossimità sono pienamente soddisfatti di quelli resi dagli sportelli “Ecco Fatto!”, realizzati in collaborazione con l’Uncem Toscana.
  • Ipotesi c. Si ritiene che i Comuni aderenti all’Unione non siano disagiati. Nel qual caso si consulti l’apposita graduatoria in cui è riportato l’indice di disagio nell’allegato “A” a pag.20. Sono considerati disagiati i comuni che hanno un indice superiore alla media regionale che è pari a 74. Per brevità indichiamo di seguito le posizioni dei comuni montani e il loro indice: al 7° posto Sambuca con 109 punti; al 20° posto Piteglio con 104 punti; al 45° posto Cutigliano con 96 punti; al 96° posto San Marcello con 84 punti; l’unico Comune non disagiato è quello di Abetone classificato al 178° posto con appena 66 punti.
  • Ipotesi d. Il copia e incolla dallo statuto preso ad esempio non ha funzionato.

Il contributo perso per la presente fattispecie, ammonterebbe a 37.470,00 euro (599.475,00 : 16 Comuni).

L’ultima spartizione avviene il 4 dicembre con il decreto dirigenziale 5669, i contributi spettano, in base all’art. 90 c.15 della legge regionale 68/2011, per il sostegno all’associazionismo e sono concesse in proporzione ai contributi complessivamente attribuiti ai sensi dei commi 6, 7 e 9 del medesimo articolo, quelli per intenderci che la Regione chiede indietro.

Logo Unione dei Comuni
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All’Unione dei comuni montani dell’Appennino Pistoiese spettano 27.767,86. C’è un però ed è questo. Se questo contributo è concesso in proporzione di quelli ottenuti in base ai vari commi dell’art.90 della citata e l’unico contributo che l’Unione ha ottenuto e che è alla base del calcolo proporzionale, è stato revocato – e si torna così all’inizio da dove siamo partiti –, con il Decreto dirigenziale 29 aprile 2013, n. 1766, verrà revocato anche quest’ultimo? Perché se spetta un qualcosa in proporzione a qualcos’altro e questo qualcosa è zero, anche il qualcos’altro sarebbe zero. Se così fosse l’Unione dei Comuni della Montagna Pistoiese, non beneficerebbe di nessun contributo.

Ricapitolando i contributi persi ammonterebbero ad un totale di 186.166,82 euro così composti:

  • Euro 120.928,96 di contributo revocato relativo all’art.90 c.6 e 7
  • Euro 37.470,00 di contributo non spettante causa la mancata menzione dei servizi di prossimità nello statuto in base all’art.90 c.8.
  • Euro 27.767,86 per contributo calcolato in proporzione sui 120.928,96 ma revocati.

Una gestione del bene pubblico quantomeno approssimativa: così era con la Comunità Montana, così è con l’Unione dei Comuni, così sarà se verrà con il Comunone, nei secoli dei secoli.

Amen, anzi una prece.

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