
DAL CEPPO AL GRAN CANOTTO IN POMPA MAGNA
PURCHÉ VALGA IL PROVERBIO “O FRANCIA O SPAGNA”

PISTOIA-FIRENZE. Torniamo ancora una volta sul tema della libertà di pensiero, di parola, di opera e di omissione nell’Usl Toscana Centro e in Toscana in generale.
È il caso di farci ancora una capatina per illustrare la sconcezza della democrazia radical chic che stiamo vivendo – e soprattutto noi, pochi uomini di libero pensiero – rispetto alla massa congelata delle cozze e delle sardine, delle salacche e delle acciughe, ma molto più ancora delle teste-di-cazzo che seguono l’andazzo del post-comunismo e fanno carriera senza trovare particolari ostacoli sul loro cammino.
Giorni fa un non-allineato mi scriveva:
«Esistono giornalisti e giornalai. Quest’ultima categoria sono quei giornalisti “allineati” privi di una coscienza propria, servi di una (come la chiamo io) democrazia mafiosa, in cui la maggioranza ha sempre e solo ragione. Nella quale, se ti adegui, rimani nell’indifferenza, se collabori hai dei vantaggi, se ti opponi sei un… “non gradito” fino al punto di creare il vuoto intorno al malcapitato. Questo é il metodo mafioso ma democraticamente corretto. La democrazia di stampo mafioso appunto».

Queste poche righe sembrano la radiografia del mondo della sanità di Rossi-Saccardi e della condizione politica della Toscana: la terra beata in cui tutti devono ringraziare, come il popolo di Corinto, l’amato sovrano Enrico Rossi, portatore del nuovo Vangelo degli accoglienti e sempre a fianco di don Biancalani & soci:
Noi siamo felici, noi siamo contenti,
le chiappe ed il culo porgiam riverenti:
che al nostro gentile e amato sovrano
rimanga gradito il buco dell’ano.[da Ifigonia]
Questa sembra essere la via maestra per fare strada in Toscana: e a chi si mette di traverso, spetta il famoso proverbio di Lagacci, nell’antica terra di Sambuca Pistoiese: «Mali, malanni, usci addosso e chiavacci nel culo».
Spiegatemi perché dovrei essere corretto in un mondo così marcatamente di merda, dove la democrazia, che inneggia all’antifascismo e alla resistenza dell’Anpi, arriva fino al punto di inibire a un medico di Pescia, il diabetologo dottor Giuseppe Fiore, di esprimere le proprie opinioni su una sanità che da anni sta facendo a tutti l’effetto lassativo prolungato, contro il quale non c’è Imodium che tenga: insomma, direbbe Sgarbi l’anticapra, fa semplicemente e solo cacare a ruota libera. E chi va agli ospedali toscani lo sa e lo vive ogni giorno.

Ieri anche Il Tirreno si è accorto (ma solo perché glielo hanno detto – in verità poco e male – due consiglieri regionali della Lega: Jacopo Alberti e Luciana Bartolini) che il dottor Fiore era stato censurato dalla commissione di disciplina dell’Usl (presidente il dottor Roberto Biagini).
Leggete cosa ha scritto cliccando qui: ma tenete presente che la narrazione è del tutto scialbata e sbiadita, come sciacquata in Arno.
Se volete sapere di più, leggete – invece – il nostro articolo cliccando qui: e vi si rizzeranno ancor più i capelli (pur senza assunzione di Viagra) analizzando le espressioni innocue, continenti e pertinenti che sono costate la censura a Fiore solo perché qualcuno dell’ufficio stampa dell’Usl lo ha spiato e appositamente deferito, a mo’ di Stasi, alla direzione aziendale. Prosit!
Fiore ha sbagliato tutto. Fiore non sa capire la storia; non sa intravedere gli esiti futuri e critica gli errori invece di spedire cesti di gianduiotti di Torino all’onorevole ufficio-stampa dell’Asl Centro Toscana e a tutta la direzione aziendale, da Paolo Morello Marchese in giù.
Non si fa come lei, dottor Fiore! Lei è uno sconsiderato! Uno che non sa portare il cappello: non come un suo collega dell’ex Asl di Pistoia, che all’Asl, di cui è dipendente, riserva “confetti del Corsini”, ricciarelli, panforti e «tromboviolinate» che, come le preghiere, èlevano chi le suona e le canta fino alla “candida rosa” del PaDrone del baccellaio toscano.

Stamattina sui social (per noi troyal) abbiamo trovato questo Cantico dei cantici che inneggia all’Asl-Sposa del Libano che giunge in veli candidi:
Mentre timbravo questa mattina ….. mi sono reso conto che il 2 gennaio 1991 ho timbrato per la prima volta per questa usl……. quanti ricordi belli e meno belli….., coinvolgenti o meno……
Una sola certezza non mi sono mai pentito della scelta fatta 30 aa fa.!!!
È di un collega – ripeto – del dottor Fiore. Che ha fatto una scelta diversa da Fiore, antipodica. Chissà se l’ufficio stampa (Stasi e propaganda) dell’Usl ha notato questo post! Una cosa è però certa e documentale: il medico che ha postato questa «tromboviolinata» in do di petto a Morello e a Rossi, lo ha fatto solo dopo aver timbrato in cartellino: dunque in orario di servizio. Poteva farlo? E, soprattutto, era necessario che lo facesse? O non è stato, al contrario, un modo come un altro per mostrare compiacimento e deferenza non nei confronti di un bel bunga bunga (almeno si gode!), ma di un modestissimo, rachitico suca suca aziendale?

Cosa avranno intenzione di fare certi colleghi dell’ufficio stampa? Lo denunceranno per essere venuto meno ai propri doveri in orario di lavoro o… chiuderanno benevolmente un occhio e proporranno una medaglia al valor civile?
E il presidente della disciplinare, il dottor Roberto Biagini, tirerà le orecchie al suo entusiastico collega o sarà preso da un intimo prurto per cui, mentre si gratta, girerà gli occhi altrove?
Siamo un popolo di veri fortunati, perché da ieri mattina stiamo a cavallo: se ci fanno querela rimaniamo sotto processo per tutta la vita.
Il papa ci schiaffeggia, Mattarella ci smeleggia, ora manca solo che il Granduca Rossi e i suoi lanzichenecchi costruiscano di nuovo la pira in Piazza Signoria e mandino direttamente al rogo tutti quelli come noi e il dottor Fiore, facendo, anche a Firenze, un nuovo Campo de’ Fiori anti-Bruno!
Mandiamo questo articolo a chi di dovere (Usl Direzione, Ufficio Stampa, Commissione di disciplina-Biagini etc.) perché chi vuole possa iniziare a prepararci il rogo.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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