vicofaro. CENTRO ACCOGLIENZA “APERTO” CON DISCARICA?

Discarica o cosa? Che dice Arpat?

Mentre in Usl viene inventata la nuova figura dell’ingegnere-infermiere “supportista”, ci pervengono altre immagini che permettono di fare alcune considerazioni pratiche sulla vera natura della parrocchia: Cas, mega-centro di accoglienza, ostello o albergo? Don Biancalani denuncia attacchi e chiede aiuto per “resistere”


 

PISTOIA. Dopo aver ricevuto interessanti informazioni dai vicini alla Parrocchia di Vicofaro, specificamente residenti, ci perviene una immagine molto eloquente del cortile in uso alla comunità degli ospiti del Cas, ops, scusate, della Parrocchia.

L’immagine è icastica: alcune cabine per wc da campo e una discarica di materassi e altre suppellettili delle quali non si capisce la natura, con eccezione per, appunto, i materassi, ovvero di un rifiuto “speciale” che deve smaltirsi con tanto di “codice Cer“.

Tanta roba, non per la quantità – comunque congrua alla definizione di una discarica, come solitamente fanno gli ispettori di Arpat per gli artigiani – ma per la qualità che trasforma l’accumulo in una discarica promiscua.

Ebbene, che cosa ha rilevato l’Agenzia Arpat sulla questione nei precedenti sopralluoghi?

Hanno chiesto — così come solitamente fanno alle aziende — i “registri gestione rifiuti e i Mud”?

E comunque, la Paola Picciolli aveva notato e chiesto chiarimenti sulla discarica in campo aperto, giusto per le sue competenze di igienista applicata alla funzione di pubblico interesse?

Appello alla Resistenza, chiaramente antifassista

Anche i cessi, andavano bene o è forse vero che debordavano odori e, forse liquami?

Don Biancalani non si astiene dal fare dei proclami vittimistici sul profilo facebook del quale vi presentiamo uno molto rappresentativo, sul quale ci sovviene di pensare che forse è un tantino esagerato.

Farebbe meglio il prete scissionista (dalla generale comunità ecclesiastica, che lui critica per non “applicare” il Vangelo alla sua maniera, cioè con il necessario integralismo sull’accoglienza che ci ricorda molto quello islamico).

Se questa non è una discarica – lo potremmo chiedere solo all’Arpat – che cosa è? Una collezione di componenti vintage?

Mica ci risponderanno che quella di Vicofaro è una congregazione di volontari che non esercitano attività alberghiere?

Il Cas originario, autorizzato dalla Prefettura aveva — se non sbagliamo – una capienza di massimo 20 posti, mentre i numeri degli ospiti sono almeno decuplicati.

E i Vigili del Fuoco che ne pensano di questa comunità: è tutto conforme agli standard di sicurezza?

Estratto della risposta di Usl con la invenzione della nuova figura “supportista” alias Massimo Selmi

Hanno relazionato al signor. Prefetto? E la Polizia Municipale ha provveduto a riscontrare la presenta di soggetti che non hanno documenti e che dunque sono “irregolari” o solo il tecnico-sanitario “supportista” (una nuova figura, inventata dalla Asl Toscana Centro come si evince dalla risposta pervenutaci) ne ha riscontrati una quantità, chiudendo un occhio ed evitando ogni segnalazione?

Che cosa diranno le decine di artigiani tessili che sono stati pesantemente multati per qualche giacenza di latte metalliche, ritagli tessili o alghe marittime incenerite sulla spiaggia (famoso quel tizio dell’Elba, famoso per avere dato fuoco a un cumulo di alghe secche ) che sono a processo penale con sanzioni salate?

E il Dott. Gerlando Iorio, sarà stato informato della serie di manifeste irregolarità o non ancora? (Ditegli anche che Usl ha classificato il centro come “aperto” e che nessuno controlla gli accessi. È così?)

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.info]


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