vita da cani. CARA GIORGIA, SONO QUASI CERTO CHE AVRAI LE MANI LEGATE PERCHÉ FRA I TUOI TANTI CE NE SONO DI DUTTILI E MALLEABILI…

Ripeto un’ovvietà che ho già scritto in vari miei interventi. Per stoppare l’andazzo del “libero arbitrio” dei terzi imparziali, basta una legge ordinaria con un articolo unico fatto di poche parole


Volenti o nolenti il nodo è tutto qui


LA DEMOCRAZIA NON SI DIFENDE

SE A DECIDERLA SONO I GIUDICI


Revised – September 28, 2022 • 1:50:43 PM

Se può dirlo Salvini e viene assolto, lo faccian tutti e voi dàtegli ascolto!

 

Chi mi conosce davvero e non come i presuntuosi e superficiali giudici del tribunale penale di Pistoia – per non fare nomi il sostituto Grieco, che mi ha chiesto perché non mi fossi iscritto a FdI; o Luca Gaspari che, invece di fare luce su temi quali i rapporti fra Comune di Quarrata e ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, oppure su quelli procura-Andrea Alessandro Nesti/carabinieri di polizia giudiziaria, si è limitato ad accreditare, senza prove, le dichiarazioni di tali soggetti –; chi mi conosce davvero, sa che non ho simpatie per Salvini e che non ho votato Meloni; entrambi, a mio avviso, conformi al conformismo più conformista dell’accordicchio di fondo fra co-protagonisti della commedia Italia al massacro: la destra e la sinistra, secondo la ben nota frase «i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti» attribuita falsamente a Ennio Flaiano.

L’unico governo che potrà davvero salvare l’Italia dalla fossa comune in cui è stata spinta, come nei Lager, dai conformisti politicamente corretti, dovrà superare la sola fatica d’Ercole in grado di raddrizzare lo stivale: togliere il «libero arbitrio» ai giudici.

Non quello di cui parla/non-parla la Cei con il suo capo cardinale Zuppi, ma un arbitrio slegato da qualsiasi accettabile principio di controllo democratico sul loro, non di rado, vergognoso rimescolamento delle carte, contro il quale quel fior-di-serra che è il Csm, trova sempre motivi validi per assolvere e lasciare i cittadini che piangono nella melma in cui il potere giudiziario sta mantenendo la nazione dal tempo della seconda repubblica.

Lo vede anche in cieco e lo ode anche un sordo come me: gli aggiotatori del diritto-dovere non di amministrare la giustizia, ma di fare giustizia “a loro libero arbitrio”, sono una specie di consorteria massonica (per non dir peggio) grazie alla quale si entra sporchi nel tempio e, passate le spazzole del car wash, si esce come nel solenne canto di contrizione Purificami, o Signore: sarò più bianco della neve.

Le vie del risciacquo – ripeto – sono due: le procure che giudicano/assolvono colleghi affidati alle loro cure dopo la centrifuga (ad esempio Bergamo per Bellomo; o Genova per i magistrati di Pistoia); il Csm che risponde, quando lo fa, con il rassicurare il cittadino massacrato, che tutto quel che gli è toccato in legnate sulla schiena, è tutto in perfetta regola con le norme dell’ordinamento.

E su questo non ho dubbi: perché questo ordinamento è stato e resta fascista, non di Mussolini, ma dell’ideologia di volta in volta dominante.

Finito il fascismo la magistratura restò in piedi com’era e qualche giudice repubblichino divenne pure presidente della repubblica. E mentre il sistema si auto-conservava, si rinfoltivano le file dei magistrati d’altra sponda, anche grazie all’opera di Palmiro, poi proseguita sempre più accelerante dagli anni 70 in poi. Credo che questa sia storia, non traveggole.

Ripeto un’ovvietà che ho già scritto in vari miei interventi. Per stoppare l’andazzo del “libero arbitrio” dei terzi imparziali, basta una legge ordinaria con un articolo unico fatto di poche parole: I magistrati, ex art. 3 Cost., per uguaglianza democratica con il resto dei cittadini che pagano loro lauti stipendi, sono democraticamente assoggettati alla disciplina della responsabilità civile personale.

Chi ha detto che la sanità in Italia non funziona? Guardate. Ecco la famosa Clinica Quisisana

Fatto questo – negato da un presidente della Corte Costituzionale venduto alla politica, Giuliano Amato, che impedì il referendum democratico promosso dalla Lega – non ci sarebbe più alcuna necessità né di dividere le carriere né di cercare il Santo Graal.

Vorrei vederli in fila – Tommaso Coletta, Claudio Curreli, Giuseppe Grieco, Patrizia Martucci, Luca Gaspari, Alessandro Azzaroli, Leonardo De Gaudio, Luisa Serranti, Linda Gambassi etc.; o i giudici della procura di Genova, responsabili per il tribunale di Pistoia – dinanzi a responsabilità civili dirette come ogni cittadino italiano che loro stessi condannano a dover ingoiare errori macroscopici, se non anche insopportabili angherie di cui sono capaci, tutti arzilli e impipandosene (cito Manzoni) perché certi di poter avere i famosi ombrelli che comunque li riparano dall’unica loro vera paura: quella di cacciar quattrini di tasca propria.

Ho vilipeso qualcuno o ho semplicemente toccato un tema mai risolto da nessun governo, neppure da quelli del ricattabilissimo Berlusconi?

Viva la Costituzione e viva il suo art. 21, ignoto ai magistrati italiani e ancor più ai sedicenti giornalisti agli ordini dell’Ordine di Carlo Bartoli e dei magistrati terzi (non “tersi”) e imparziali.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]



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